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La stella Salah, il rimpianto del Bologna Keita: i segreti dello stellare 11 africano
Dicevamo della top 11 stellare. In porta c’è Onyango, ugandese del Mamelodi Sundowns, club sudafricano: ha festeggiato mitragliando post sul suo profilo Twitter. Centrali di difesa una nostra conoscenza, il marocchino Benatia, che fa coppia con l’ivoriano Bailly del Manchester Utd, che alla sua 3ª stagione in Premier sta giocando però meno del previsto. I laterali sono l’ivoriano del Tottenham Aurier (a destra) e il «napoletano senegalese» Koulibaly. Se Aurier ha giocato poco (6 partite in Premier) e da un mese è infortunato; Koulibaly ormai da un paio d’anni si è affrancato come uno dei migliori difensori del mondo.
Centrocampo a tre con Naby Keita (Liverpool/Guinea), Thomas Partey (Atletico Madrid/Ghana) e Mahrez (City/Algeria). Naby Keita fu scovato da Salvatore Bagni, all’epoca consulente del Bologna, quando giocava in terza serie francese, nell’Istres. Due milioni di investimento parvero troppi alla dirigenza dell’epoca. Partey ha trovato nell’Atletico di Simeone la sua dimensione mentre Mahrez - vincitore del trofeo nel 2016 - dopo gli anni d’oro del Leicester ha trovato - nella piena maturità agonistica - il suo posto delle fragole nel City di Guardiola.
Tridente che unisce potenza e rapidità, fisicità e leggerezza, con il centravanti del Gabon Aubameyang, e le due bocche di fuoco di Klopp: il senegalese Manè e l’egiziano Salah. Occhio al giovane africano dell’anno: è Achraf Hakimi, 20 anni appena compiuti, marocchino in forza al Borussia Dortmund capolista nella Bundesliga, ma di proprietà del Real Madrid, che l’ha girato in prestito per due stagioni ai tedeschi. Achraf gioca da terzino destro (ma è stato utilizzato anche a sinistra), è un talento puro, sforna-assist per eccellenza, piede educatissimo, cross sempre in canna. Lo hanno già paragonato a Dani Alves. Carlo Ancelotti l’avrebbe voluto al Napoli.