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La stagione da incubo di Pogba è racchiusa nel gesto di Di Maria
La sensazione è un momento preciso, quando Allegri resta con il braccio a mezz’aria, congelato in un gesto che fissa l’ennesimo fallimento: Pogba tornava titolare dopo 390 giorni, aveva già assaggiato il campo per una ventina di minuti in Europa League contro il Siviglia, sembrava finalmente sulla via del recupero e certo, siamo alla fine della stagione, però era una buona notizia e così l’aveva accolta non solo il mondo-Juve. Poi è successo che Pogba si è steso a terra, sono intervenuti i medici, lui aveva un viso così sofferente che era facile immaginare la gravità dell’infortunio, si è coperto il viso con la maglietta - forse piangeva o forse no, ma non è nemmeno importante: dopo un anno buttato via non sono le lacrime a contare. E così è uscito dal campo e chiuso in anticipo la stagione. E nelle ore successive è stato tutto un calcolare i minuti che aveva giocato contro la Cremonese - ventidue - le presenze - sei appena in campionato, dieci complessive in stagione - i minuti giocati da agosto ad oggi - centosessantuno, la durata di un blockbuster - gli otto milioni di stipendio annuale, i soldi presi per ogni minuto giocato - 46.689 euro e viene il mal di mare anche solo a scriverlo e insomma, tutto il corollario che conosciamo.
Il gesto della settimana - il gesto che più fotografa la stagione di Paul Pogba - in realtà l’ha fatto un compagno di squadra, Angel Di Maria, che quando ha visto il francese a terra - infortunato, maledizione, ancora una volta infortunato - ha piegato appena un poco la bocca e ha scosso la testa e poi si è alzato, era l'unica cosa da fare, ha raggiunto l’amico e l’ha accompagnato, nel buio di un tunnel di cui Pogba non vede la fine.