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La sfida di Koeman: rilanciare l'Olanda che non sa più creare campioni VIDEO
Negli ultimi anni la Federazione ha scelto «minestre riscaldate», vecchi santoni come Louis van Gaal e Guus Hiddink, puntando poi sul delfino di questi, l’ex Ajax Blind, ma tappando la scelta. La crescita non c'è stata. Ora tocca a Koeman. Doveva essere nominato ct già quattro anni fa, ma al posto di van Gaal venne scelto Hiddink. Rambo è reduce dall’esonero sulla panchina dell’Everton, che ha guidato fino a fine ottobre. Non è un innovatore, ma un buon gestore. In Premier, con Southampton ed Everton, si è piazzato sempre in fascia medio-alta (7°, 6° e 7°). Dovrà pescare in una Eredivisie (11ª nel ranking Uefa) che negli ultimi anni ha perso fascino. I tetti salariali imposti nel 2010 dalla Federazione hanno facilitato la fuga dei giovani più promettenti. Una volta l’Ajax cresceva campioni e li vendeva, ora se li vede portare via prima che diventino campioni. La differenza è tutta qua. Anche in Europa le squadre olandesi contano poco. L’eccezione è l’Ajax, che in primavera ha raggiunto la finale di Europa League: ma i «lancieri» non andavano in finale di coppa dal ’92 (nell’allora Coppa Uefa) e non vincevano un trofeo dal 1995, quando lo squadrone di Seedorf, i fratelli de Boer, Litmanen, Overmars, van der Sar, Finidi, Rijkaard, Kluivert, Davids, si impose sul Milan 1-0 a Vienna. L’ultimo trofeo vinto da una squadra olandese in Europa risale al 2002, quando il Feyenoord superò in finale di Coppa Uefa il Borussia Dortmund.
I nomi su cui Koeman dovrà puntare sono quelli di Depay, Tete, Karsdorp, van Drongelen. A far da chioccia de Vrij e Strootman. A livello tattico la religione olandese fa propendere per il 4-3-3, ma di fatto l’ultima Olanda capace di andare avanti in un torneo - quella di van Marwijk nel 2010 in Sudafrica - giocava con due mediani (van Bommel e de Jong) davanti alla difesa. Koeman non è un integralista del modulo. E’ già questo un buon punto di partenza.