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    La Serie A riparte col caos stadi: in Emilia accesso a 1000 tifosi dopo i no alla Juve. E San Siro riapre per l'Inter

    La Serie A riparte col caos stadi: in Emilia accesso a 1000 tifosi dopo i no alla Juve. E San Siro riapre per l'Inter

    • Andrea Distaso
    Surreale. Caos che regna sovrano. Sono queste le dure espressioni utilizzate dall'ad della Lega Serie A Luigi De Siervo dopo l'ennesima giornata di ordinaria follia vissuta dal calcio italiano. Che, a 24 ore dall'inizio del nuovo campionato, rischia di trovarsi con una situazione di assoluta disparità tra una squadra e l'altra. La novità di giornata è rappresentata infatti dall'ordinanza emessa dall'Emilia-Romagna che concede l'apertura a 1000 tifosi per le partite Parma-Napoli e Sassuolo-Cagliari di domenica, in totale controtendenza con le recenti indicazioni fornite dal Comitato tecnico-scientifico del Governo che, non più tardi di qualche giorno fa, aveva ribadito alla Federazione la sua contrarietà a riaprire gli stadi prima del prossimo 7 ottobre.

    L'APERTURA DI SPADAFORA - Ma qualcosa si è mosso a livello istituzionale nelle ultime, come confermano le parole del Ministro dello Sport Spadafora: "Finalmente, già a partire dalle semifinali e dalle finali degli Internazionali di Tennis, potranno assistere mille spettatori a tutte le competizioni sportive che si terranno all’aperto e che rispetteranno scrupolosamente le regole previste in merito a distanziamento, mascherine, prenotazione dei posti a sedere". Un evento della portata del Master 1000 di Roma non può essere certamente considerato "di minore entità", come recita il testo del DPCM emesso lo scorso 7 agosto (poi prorogato il 7 settembre), ed è indirettamente diventato un assist fantastico per il governatore dell'Emilia-Romagna Stefano Bonaccini per fare il decisivo passo in avanti per dare il la alla riapertura degli stadi sul territorio da lui amministratore.



    JUVE, CHE BEFFA - Una decisione che rientra assolutamente nelle sue competenze, dopo che l'assessore locale alla Salute ha preso visione del protocollo di sicurezza sottoposto da Parma (che ha già potuto aprire i battenti del "Tardini" per l'amichevole con l'Empoli) e Sassuolo, ma che ha inevitabilmente finito per scatenare le prime reazioni. Da quella dell'Inter, che in occasione dell'amichevole di domani pomeriggio contro il Pisa a San Siro consentirà l'accesso a 1000 tifosi, a quella decisamente piccata della Lega, che chiede uniformità per tutte le 20 formazioni di Serie A. Eh sì, perché la prima società a muoversi in quest'ottica era stata la Juventus, che in accordo con la Regione Piemonte aveva chiesto prima la possibilità di avere una capienza al 20% dello Stadium per la prima di campionato contro la Sampdoria e poi - dopo aver incassato il primo no - si era rifatta sotto chiedendo l'accesso dei famosi 1000 tifosi. In questo caso, tuttavia, era stato lo stesso presidente della regione Alberto Cirio a "voltare le spalle" al club bianconero dopo aver intuito che da Roma non sarebbe stato accolta di buon grado una certa decisione. 

    CAOS TOTALE - Pochi giorni dopo è cambiato di nuovo tutto e a poche ore dall'inizio della nuova stagione il caos regna sovrano, citando De Siervo. Perché, salvo ulteriori ripensamenti, nel prossimo week-end avremo due partite con una presenza parziale di spettatori - e chissà che a questo punto lo stesso Milan non possa ottenere la deroga dal presidente della Lombardia Fontana (che nelle scorse settimane si era espresso favorevolmente a proposito della riapertura degli stadi) per il match di lunedì sera col Bologna - e tutte le altre a porte chiuse. Una situazione caotica e di difficile comprensione, che conferma il difficile rapporto tra il mondo del calcio e le istituzioni politiche.

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