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    La sconfitta con l'Austria aggiunge solo tristezza. L'Italia guarda i Mondiali da lontano e senza prospettive

    La sconfitta con l'Austria aggiunge solo tristezza. L'Italia guarda i Mondiali da lontano e senza prospettive

    • Giancarlo Padovan
    Ci mancava anche di perdere con l’Austria (2-0). Certo, è meno grave che non essere al Mondiale, ma nel giorno dell’inaugurazione in Qatar i Campioni d’Europa battuti a Vienna aggiungono tristezza a tristezza. E’ la settima sconfitta con Mancini c.t., l’ultima di un 2022 da dimenticare. Tuttavia cancellare tutto sarà difficile e non basterà far passare in fretta questo mese di Coppa del Mondo per sentirsi fuori da un profondo disagio.

    Brutto risultato, brutta prestazione. Peggio il primo tempo del secondo, ma per una volta non sono d’accordo con il c.t.: nella ripresa l’Italia ha fatto meglio, non bene. Sia perché, comunque, non ha trovato il gol (il problema si ripropone), sia perché Donnarumma, appena dopo l’intervallo, ha salvato due volte gli azzurri da un tracollo epocale.

    Dice il c.t.: “Dovevamo far gol all’inizio”. Vero. Dopo neanche trenta secondi dal fischio dell’arbitro tedesco Dingert, Dimarco si è involato sulla sinistra, è arrivato fino in fondo e, a ridosso del portiere, ha messo in mezzo. Sembrava gol fatto, ma Alaba - grandissimo per tutta la partita - si è opposto deviando in angolo.

    Da quel momento e fino al 42’ (tiro di Politano deviato da Lindner), l’Italia non si è vista più. E’ vero che i gol sono arrivati per due errori colossali (uno di Verratti e l’altro di Donnarumma), ma la Nazionale di Rangnick ha sfondato sul centro destra della nostra difesa (dalla parte di Di Lorenzo e Gatti) proponendo situazioni e occasioni a getto continuo.

    Così, se l’1-0 è disceso da una palla persa centralmente da Verratti ad opera di Schlager che, dopo aver combinato con Arnautovic, ha messo dentro, nel quarto d’ora che va dal 15’ al 30’, Amadu, prima, ha spedito fuori di poco e, poi, colpito un palo su errore di Acerbi. Come detto, il lato debole era quello di Gatti: sia Arnautovic che Sabitzer gli andavano via con velocità e tecnica.

    L’Italia, cambiata per cinque undicesimi rispetto a quella vittoriosa di Tirana, ha presentato, oltre a Donnarumma in porta, Bonucci al centro della difesa tra Gatti e Acerbi. Di Lorenzo, Barella, Verratti e Dimarco a centrocampo. Politano, Raspadori e Grifo davanti.

    Mancini, alla fine, ha detto che i tre attaccanti non facevano alcun tipo di pressing, costringendo la squadra ad allugarsi e, di conseguenza, a lasciare spazi all’Austria. Giusto, ma a centrocampo sono mancati tatticamente sia Verratti che Barella, incapaci di dare protezione alla difesa.

    L’Austria ha raddoppiato al 35’ su calcio da fermo. La punizione, dai 25 metri, calciata da Alaba era forte, ma Donnarumma era assolutamente in traiettoria. Il portere azzurro ha mancato la deviazione e la palla, dopo aver sbattuto sotto la traversa, è finita in rete. Non paghi, gli uomini di Rangnick hanno continuato ad insistere e, due minuti dopo, Sabitzer, da fuori area, ha piazzato la palla nell’angolo basso a sinistra di Donnarumma che, questa volta, si è disteso e ha messo in angolo.

    Perciò, dire che all’intervallo, all’Italia era andata paradossalmente bene, non è una assurdità. Meno che mai in ragione delle occasioni che l’Austria ha avuto nei primi tre minuti della ripresa. L’insoddisfatto Mancini ha fatto quattro cambi. Fuori Gatti, Di Lorenzo, Politano e Grifo. Dentro Scalvini, Pessina, Chiesa e Zaniolo con passaggio ad un modulo che ha fluttuato tra il 3-5-2 e il 4-3-3. Tuttavia non c’è stato nemmeno il tempo di mettersi in campo che Donnarumma ha compiuto due parate scaccia-goleada. La prima su Arnautovic, sgusciato in area quasi indisturbato, la seconda su Posch, colpo di testa ravvicinato su sapiente cross di Sabitzer.

    E’ stato a quel punto, cioè quando oggettivamente la supriorità dell’Austria sembrava incontrovertibile, che l’Italia ha cominciato a giocare e a raccogliere occasioni. Quattro per la precisione. Con Chiesa, due volte, Zaniolo e Raspadori (poi sostituito da Gnonto). La più limpida è stata quella di Raspadori (70’) che ha tirato in diagonale dall’interno dell’area del portiere con deviazione decisiva di Lindner. La più facile da realizzare quella di Chiesa (76’) su cross da sinistra di Zaniolo: la girata è stata pronta, ma dal centro dell’area, senza troppa pressione, bisogna fare gol.

    E’ finita con il cinquantacinquesimo esordiente della gestione Mancini: lo juventino Miretti, classe 2003, antrato al posto di Barella. La testimonianza che il c.t. è sempre alla ricerca di qualcosa di buono e di nuovo. Opera meritoria, ma che per ora ci lascia fuori dal Mondiale e senza una prospettiva almeno consolante. Tirana, evidentemente, è stata un’eccezione.


    IL TABELLINO
    AUSTRIA-ITALIA 2-0

    MARCATORI: 6' Schlager (A), 35' Alaba (A)

    AUSTRIA (4-2-3-1): Lindner; Posch, Lienhart, Alaba, Wöber (72' Mwene); Seiwald, Schlager; Baumgartner (81' Grillitsch), Sabitzer, Adamu (81' Schmid); Arnautovic (72' Gregoritsch). Ct. Rangnick

    ITALIA (3-4-3): Donnarumma; Gatti (46' Pessina), Bonucci, Acerbi; Di Lorenzo (46' Scalvini), Barella (90' Miretti), Verratti, Dimarco; Politano (46' Chiesa), Raspadori (72' Gnonto), Grifo (46' Zaniolo). Ct. Mancini

    Arbitro: Dingert (Germania)

    Ammoniti: Seiwald (A), Chiesa (I), Posch (A)

    Espulsi: nessuno

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