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La scelta di Giuntoli ha spaccato la Juve in due. Ha deciso Calvo, ma Allegri non molla. E non si muove...
ALLEGRI VS CALVO. Il punto non è tanto che sia stato scelto Giuntoli, quanto il fatto che sia stato scelto senza un suo vero coinvolgimento o quasi alle sue spalle. Questo uno dei cattivi pensieri portanti sul fronte Allegri, che ha inevitabilmente malgradito anche le informazioni arrivate pure a lui dei sondaggi per altri allenatori, come Raffaele Paladino e Igor Tudor, sempre con Calvo in regia. Figuriamoci i rumors su Luciano Spalletti. E pure il messaggio lanciato in conferenza stampa non lascia spazio a interpretazioni: qualunque cosa accada, Giuntoli o non Giuntoli, non sarà Allegri ad andarsene, semmai la Juve volesse cambiare allora dovrà essere esonerato. Con oltre 40 milioni di motivi che complicano un cambio di rotta in panchina: tanto costa il prossimo biennio al lordo delle tasse solo di ingaggi tra Allegri e il suo staff.
GIUNTOLI O MANNA. Al netto di tutto, sembrava Giuntoli l'assoluto favorito per il nuovo corso bianconero, su cui era già proiettato, con radiomercato che non pareva più avere alcun dubbio a riguardo. Mentre prosegue la melina di De Laurentiis però riprende consistenza l'ipotesi della continuità in casa Juve, anche in virtù del fatto che tutti i dirigenti dell'area sportiva hanno ancora un anno di contratto. Con Giovanni Manna, attuale ds della Next Gen, che in tal caso potrebbe ricevere quella promozione al fianco di Cherubini che prima della rivoluzione di novembre sembrava vicinissima: non saranno i nuovi deferimenti a incidere, erano ormai attesi da tempo, in ogni caso la Juve ha comunque deciso di confermare lo stesso Cherubini anche se con un ruolo di diverso (coordinatore squadre) nonostante l'inibizione già confermata per il caso plusvalenze.