La Samp secondo Mihajlovic: di anno in anno non si cambia
Un gruppo unito, cementato ad immagine e somiglianza del tecnico Sinisa Mihajlovic che durante l’estate ha cambiato modulo passando al 4-3-3 ma non gli interpreti. Analizzando le prime formazioni di questa nuova stagione si scopre che gli undici iniziali sono gli stessi dell’anno scorso con due sole eccezioni. Viviano protegge la porta e Silvestre accompagna Gastaldello al centro della difesa ma solo perché Mustafi è volato a Valencia facendo incassare 9 milioni a Corte Lambruschini. Per il resto confermati Regini, pronto a tornare dopo la squalifica, e De Silvestre sugli esterni. Palombo mediano davanti alla difesa, Soriano incursore, il solito ballottaggio Obiang-Krsticic, retaggio del campionato scorso, e il tridente velocità, tecnica e forza fisica: Eder, Okaka, Gabbiadini.
Non è una bocciatura del mercato di Massimo Ferrero, anzi. Mihajlovic durante le trattative aveva spinto per avere una rosa più ampia e dotata tecnicamente. Per questo è stato il main sponsor di Bergessio pur sapendo che non sarebbe stato titolare. Per questo ha accettato l’alternativa giovane e tuttofare Duncan in mezzo al campo e l’espertissimo Marchionni per dare personalità allo spogliatoio oltre alla brillantezza di Fedato, esterno atipico per i canoni italiani in grado di far saltare il banco a partita in corso. E ancora ha gradito l’inserimento di Romagnoli, Mesbah e Cacciatore nel reparto difensivo. Per ora nessuno di questi ha trovato il campo per più di una ventina di minuti. Scelta chiara: per rendere un gruppo solido ci devono essere delle gerarchie e chi non è ai piani alti deve lavorare il doppio per guadagnarsi il posto. Il comandante Mihajlovic ha deciso di non cambiare la Sampdoria per puntare in alto. Poi c’è da fare i conti con il calendario, e allora a Verona molti di questi avranno la loro chance per impressionare il tecnico e svelarsi al mondo sampdoriano. Ogni minuto potrebbe essere quello giusto per ribaltare le classifiche interne anche perchè tre giorni dopo c’è il derby, un invito a nozze per chi vuole far cambiare idea al tecnico che le idee le ha ben chiare e sono anche vincenti.