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    La Roma precipita: Schick, smettila di sentirti bello! Meno male che c'è Dzeko

    La Roma precipita: Schick, smettila di sentirti bello! Meno male che c'è Dzeko

    • Paolo Franci
    Grave, gravissimo. Perchè la corsa a tre verso la Champions, a una manciata di giornate dal termine, non ammette errori. E invece la Roma ne ha commesso uno grosso così. E lasciamo stare, per favore, l'alibi dell'ennesima prestazione deludente di Schick. Anzi, togliamoci subito il dente. Il ceco ha talento, fisico, tecnica, su questo non ho dubbi. Ha tutto per imporsi, ma la smetta di sentirsi bello e impossibile. Non attacca la porta sull'imbucata di Defrel, non fa mai quei due passi avanti per staccarsi dalla marcatura e ricevere palla. Eppure si allena con Dzeko, magnifico rettore delle due specialità, che poi sono l'abc del centravanti. Quindi, umiltà, testa bassa, lavorare e soprattutto concentrazione nel fare quello che ogni punta che si rispetti deve fare: aiutare la squadra seguendo la traccia disegnata dal tecnico.

    Detto di Schick, è tutta la Roma che s'è persa per strada. Ha giocato improvvisando un tiki-taka zoppicante e sterile come rare volte m'è capitato di vedere. S'è messa lì pensando e sperando di risolverla, prima o poi, e invece quando ha perso Nainggolan (ossantapace che brutta perdita per il match del Camp Nou...) s'è accartocciata su se stessa e ha pure preso gol da Pulgar, il controllore del Ninja. Io non credo che la Roma fosse distratta dal Barcellona o, meglio, mi rifiuto di crederlo. Non esiste perdere punti in campionato per inseguire l'impossibile, dai. Piuttosto, è vero che le nazionali questa volta hanno giocato uno scherzetto parecchio brutto a Di Francesco: Under e Pellegrini sono finiti ko e il tecnico della Roma ha sottolineato come sia impossibile «giocare sette partite in 20 giorni» per alcuni dei suoi.

    E così la Roma è calata, anzi, è precipitata e meno male che Dzeko - aveva chiesto lui di non giocare dopo le fatiche in nazionale – s'è reso conto che senza di lui sarebbe finita malissimo. E' entrato, ci ha messo il capoccione e ha fatto gol. Sì, ancora lui, sempre lui, quello che a gennaio era stato venduto per portare a Roma chissà chi. Mediti e arrossisca, chi lo aveva ceduto in fretta e furia: senza Edin la Roma ora sarebbe davanti alla tv in Champions e probabilmente sotto alla Lazio in classifica. E adesso, sotto con il Barcellona non potendo far altro che ricordare come la speranza sia un rischio da correre.

    Paolo Franci

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