Romamania: Mourinho ha sette Vitesse e sfotte la Lazio, ma la sua squadra è un sonnifero. Pellegrini e Zaniolo...
Paolo Franci
La battuta sui laziali che stanno a casa di Sarri a fumare mentre la Roma si stanca in coppa, ci restituisce un Mourinho fin troppo affilato ma finalmente e maledettamente familiare. Quello in stile 'zeru titoli' e 'por que?'. Quello che gode nel sentire il rumore dei nemici. Ecco, almeno in questo, Mou ci regala qualcosa, perché se dobbiamo andare sul campo e in considerazione delle ultime prestazioni – sebbene mi sforzi di ridefinire il concetto di ottimismo – faccio fatica a ricordare una Roma così brutta, lenta, senza uno straccio di geometria e incapace di fare tre-passaggi-tre in avvio di azione. La Roma è un sbadiglio continuo e si fa fatica a rimanere svegli se non per timore di perderla anche contro il Vitesse, sesto posto nel campionato olandese. La Roma, semplicemente, non è. Anche se mi tengo stretto, strettissimo il passaggio del turno sperando in tempi migliori. Incredibile come la squadra non riesca a trovare quasi mai la porta se non sfruttando (bene, questo sì) il giacimento dei calci piazzati, i corner in particolare. E anche la storia della “rosa che è quello che è”, uno degli alibi più solidi del teorema mourinhano non regge per niente. Cioè, mi sembra che in serie A vi siano non poche squadre che praticano un calcio piacevole, pericoloso, costruttivo, pur non avendo rose da chissà quale squadrone. E' una questione di idee. Si dirà: Mou non è mai stato un magnifico rettore di gioco e palleggio. Lui è uno che forgia uomini e li trasforma in guerrieri del pallone. E anche qui, mi pare che la Roma tutto sia tranne questo. E in ogni caso non è che si stia chiedendo la luna alla squadra, ma di fare il minimo sindacale: essere pericolosa, divertire un minimo, dare l'impressione di poterla vincere. Se poi non si vince nulla, pazienza. Abilissimo Mou nella dialettica, si sa, ora si sta vendendo benissimo che la squadra non molla e fino alla fine insegue il risultato. La dimostrazione è nei tanti risultati recuperati in extremis. Vero, sette risultati riacciuffati oltre il 90' non sono pochi, certo. Beh ci mancherebbe pure che una squadra che non ne azzecca una sul piano del gioco molli quando si trova sotto di un gol! Però oggi, è tutto un rimbalzare sulle chat di quella battuta di Mou sui laziali, tra lazzi e sghignazzi. Ma quant'è furbo Mou nello spostare l'attenzione? La Roma è inguardabile e allora diamo in pasto alla gente quello che vuole sentire, un guanto di sfida alla Lazio in forma di presa in giro! Pur sapendo (forza con tutti i gesti apotropaici che conoscete!) che certe uscite possono trasformarsi in un boomerang. Finalino su Pellegrini e Zaniolo. Dire che sono preoccupato è dire poco perché i due, da qualche partita, sono sistematicamente i peggiori in campo. Chissà se Mou avrà la tentazione di fare qualcosa che somiglia a ciò che Claudio Ranieri fece con Totti e De Rossi nel derby del 2010, sotto uno a zero, spedendoli in panchina per far entrare Menez e Taddei nel secondo tempo. Vabbè, là davanti però la Roma aveva Vucinic (che firmò doppietta e ribaltone: 2-1) e Toni e a centrocampo il Pek Pizarro e Perrotta. Che squadra, quella eh?