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    La ridicola pantomima di Ancelotti ct

    La ridicola pantomima di Ancelotti ct

    • Pippo Russo
    Sabato scorso Carlo Ancelotti ha detto no alla panchina azzurra, ma noi di Calciomercato.com lo sapevamo già da martedì. E non perché si sia veggenti, o perché si abbia un rapporto confidenziale col tecnico di Reggiolo. Semplicemente, abbiamo avuto in primissima battuta il parere di una persona molto addentro alle cose federali. Uno che conosce gli uomini e i meccanismi, e ne ha viste abbastanza da poterle prevedere.

    Lo scorso martedì, mentre il Corriere dello Sport-Stadio in edicola riportava l'esclusiva dell'incontro avvenuto la sera prima in un hotel romano fra Ancelotti, il commissario straordinario Roberto Fabbricini e il suo decorativo subcommissario Alessandro Costacurta, questa persona ci ha rilasciato un commento ch'era una sentenza: "È tutta una pantomima".

    Dopo soli quattro giorni i fatti hanno dato clamorosamente ragione al nostro interlocutore. Che non si è limitato a azzardare un (facilissimo) pronostico sulla vicenda, ma ha anche spiegato il senso della fumisteria commissariale. Vi riproduciamo il dialogo intrattenuto con la persona in questione, della quale teniamo riservata l'identità. Perciò lo battezziamo Innominato.
     
    • Calciomercato.com – Ma perché dice che è tutta una pantomima?
    • Innominato – Ve la spiego bene, a partire dal fatto che la notizia è stata fatta filtrare in esclusiva dal Corriere dello Sport-Stadio. Cioè il giornale che nel 2015 è diventato official partner della Figc sotto la gestione Tavecchio. E già questo fatto ha creato parecchi malumori presso le testate concorrenti, che da un organo come la Federazione si aspetterebbero un atteggiamento e un trattamento equanimi. Ma questa è la parte meno rilevante della questione.
    • C – E allora ci parli della parte più rilevante.
    • I – Hanno avuto fretta di far filtrare la notizia per ottenere due scopi: mettere tutta la pressione dalla parte di Ancelotti, e porsi loro in buona luce agli occhi dell'opinione pubblica.
    • C – Bisogna che ci spieghi un po' meglio questa cosa.
    • I – Molto semplice. Un incontro che doveva essere informale e segreto viene trasformato in un pubblico pre-impegno che Ancelotti avrebbe preso col commissario e il suo sub. E ciò sposta gli equilibri in termini comunicativi, perché da queste ore in poi non si parlerà d'altro che di Ancelotti come prossimo CT della nazionale. Come se fosse cosa fatta o quasi. E a questo punto per Ancelotti dire no sarà più complicato. Poi c'è l'altro aspetto: fra i tanti motivi per i quali Ancelotti dirà no, il più importante riguarda l'ingaggio. Carletto è un allenatore del massimo livello in Europa, e i suoi contratti vanno di conseguenza. Si tratta di cifre lontanissime da quelle che la Figc può offrire, e questa è cosa nota sia a Ancelotti che al commissario e al suo sub. E dunque, quando alla fine le due parti non si accorderanno – e che non si accordino è scontato – il commissario e il suo sub avranno vita facile nel far passare Ancelotti come "quello venale", che non ha accettato per motivi di denaro. Mentre loro potranno dire che ci hanno provato, a portare il grande allenatore sulla panchina azzurra. E che non è stata certo mancanza loro se il piano non si è realizzato.
    • C – Machiavellico...
    • I – Beh, a me invece pare una cosa parecchio grossolana. Ma andrà così, e se volete ve lo metto per iscritto.
    Non ce n'è stato bisogno. Le cose sono andate come Innominato ce le ha pronosticate. Comprese le indiscrezioni sulle presunte richieste di Ancelotti: cinque milioni netti annui per quattro anni, e contratti per il figlio e il genero. E intanto, a quasi sei mesi dall'eliminazione dai Mondiali, la nazionale continua a essere senza CT. L'unico dato di fatto è questo. Ma tranquilli, il commissario Fabbricini e il sub Costacurta stanno lavorando per voi.

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