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  • Reggina: scoppia la grana contributi, Serie B in rivolta

    Reggina: scoppia la grana contributi, Serie B in rivolta

    • Redazione CM
    Pubblicazione delle date di playoff e playout ma non solo. Il tema caldo, discusso nell’Assemblea di B svoltasi ieri a Milano, riguarda il caso della Reggina che ha scosso l’andamento dell’attuale campionato cadetto. Il presidente Balata si muoverà insieme alla FIGC ma Marcello Cardona, presidente del club calabro, ha voluto chiarire la situazione ai propri colleghi. Come riportato da La Gazzetta dello Sport, a fine dicembre, la Reggina ha fatto richiesta di concordato al Tribunale per la ristrutturazione del debito, visto l’ingente molte ereditata dal nuovo proprietario Felice Saladini. Così facendo, la Reggina non ha aderito alla norma Salvacalcio varata dal Governo. I debiti della gestione Gallo superavano i 13 milioni e la Reggina ha scelto la via giuridica, rispettando così la scadenza del 16 dicembre riguardo i pagamenti di ottobre. Così facendo, sono rimasti in sospeso i pagamenti del secondo semestre. Il giudice, sin da quel momento, ha autorizzato ogni spesa relativa alla gestione ordinaria – comprendendo, quindi, anche le manovre sugli stipendi – ma non sui contributi che non sono stati pagati in toto.

    I RISCHI - Da ciò, nasce il dubbio di tutte le altre squadre appartenenti al campionato di Serie B che chiedono di monitorare attentamente la situazione e di intervenire nel caso in cui siano state riscontrate delle irregolarità, in modo da non minare il regolare svolgimento della competizione. Ora la Reggina rischia davvero: si passa dai 2 punti di penalizzazione – da scontare immediatamente – sino ad arrivare all’esclusione dal torneo. Ma perché la formazione di Inzaghi rischia così tanto?

    I MOTIVI - Alla Reggina viene contestato il mancato rispetto della scadenza del 16 febbraio sui contributi da pagare – non INPS, slittati al 16 marzo -. La Gazzetta dello Sport continua sottolineando la cifra che il club calabro dovrebbe versare: si parla di 2.9 milioni, pur non essendo ben specificate le mensilità alle quali si riferiscono. La violazione può portare alla segnalazione della Covisoc alla procura FIGC, all’indagine ed anche al deferimento. La difesa della Reggina è molto chiara: proprio in data 16 febbraio, il Tribunale ha scritto al club di non pagare questi contributi perché non rientravano nella ristrutturazione complessiva del debito. In sostanza, una legge dello Stato ha imposto lo stop. Ma l’ordinamento sportivo ha le sue specifiche regole, per tale motivo la Reggina rischia comunque la penalizzazione, se non addirittura l’esclusione. A far preoccupare la Reggina è il precedente della scorsa stagione, dove la Juve Stabia è stata condannata al -2 – che è costato, tra l’altro, l’accesso ai playoff -. Si attende chi sia fatta chiarezza – richiesta a gran voce da tutte le altre squadre di B che parlano anche di concorrenza sleale in sede di calciomercato - ma una dura battaglia aspetta il club calabro.

    LE PAROLE DEL PRESIDENTE - Lo stesso presidente Balata, in una nota ufficiale, si è voluto esprimere così, sottolineando come "La Lega Serie B sia una lega i cui organi operano in modo
    trasparente e democratico.
    L'impegno di tutti, a partire dal sottoscritto, è da sempre improntato a garantire la regolarità della competizione. In questo senso, la serena discussione svoltasi nel corso dell'assemblea di ieri ha avuto ad oggetto un approfondimento tecnico e giuridico teso ad individuare meccanismi di coordinamento tra il "Codice della crisi d’impresa" con le norme dell’ordinamento sportivo, il cui obiettivo è quello di garantire l’equo svolgimento delle competizioni. Su questo ieri si è aperto un dibattito al quale hanno contribuito tutte le società presenti, con la consapevolezza tuttavia che il tema, laddove vi siano già procedimenti pendenti, va affrontato e risolto nelle sedi competenti, tenendo conto dell’interesse, comune ​alla Lega e a tutte le associate, a garantire l’integrità della competizione”.​

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