La Premier League va 10 volte più veloce della Serie A: in 30 anni ricavi cresciuti del 2018%, tutti i dati
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NASCE LA PREMIER LEAGUE - Da quell'anno però, tutto è cambiato. O meglio, ha iniziato a farlo. Come riporta Calcio e Finanza, le squadre inglesi erano infatti entrate nel primo anno della loro rivoluzione, il primo passo verso l’attuale dominio economico. Il 20 febbraio 1992 venne infatti annunciata la nascita della Premier League, abbandonando il precedente sistema e staccandosi di fatto dalla Football Association. Le altre date fondamentali sono quelle del 18 maggio 1992, quando vennero messe le firme sul primo storico contratto televisivo con BSkyB (che poi sarebbe diventata Sky) da 304 milioni di sterline in cinque anni, e infine il 15 agosto 1992, quando il campionato vide definitivamente la luce.
BILANCI - Calcio e Finanza ha infatti rielaborato (attualizzandoli in base all’inflazione) i bilanci di 18 delle 22 squadre dell’allora prima Premier League, mettendoli a confronto con i bilanci delle 18 società della Serie A 1992/93 e il quadro che ne esce è che allora il dominio, anche dal punto di vista dei conti, era dei club italiani. Complessivamente, infatti, la Serie A 1992/93 ha generato circa 1,1 miliardi di euro (attualizzati) in ricavi, rispetto ai 384 milioni della Premier League: tra i club, il Milan aveva ricavi per circa 162,4 milioni di euro di oggi, rispetto ai 94,9 milioni della Juventus e agli 85,1 milioni della Lazio, mentre in Premier League il Tottenham si fermava a quota 52,5 milioni e il Liverpool a quota 50,5 milioni.
STIPENDI - Allo stesso modo, guardando ai costi, per gli stipendi il Milan al top in Serie A arrivava a quota 75,7 milioni, mentre tutta la Premier League non andava oltre i 174,2 milioni rispetto ai 491,9 milioni spesi dall’intero campionato italiano. E allo stesso modo, dal punta di vista dei costi per la Serie A erano già maggiori rispetto ai ricavi (1,14 miliardi di costi rispetto a 1,11 miliardi di ricavi), mentre le squadre inglesi si fermavano a 375,6 milioni complessivi. I bilanci tuttavia per entrambe le leghe erano già in rosso: -80 milioni la Serie A, -1,7 milioni la Premier.
CRESCITA ESPONENZIALE - In 30 anni la musica è cambiata, nel 2022-23 è la Premier League a dominare economicamente, mentre la Serie A è costretta inseguire. Basta guardare la crescita nei conti appunto dal 1992/93 al 2022/23: i club inglesi hanno viaggiato ad un ritmo dieci volte superiore a quello delle squadre italiane, con ricavi cresciuti del 2018% rispetto al +219% della Serie A. Ritmi comunque più veloci rispetto ai PIL di entrambi i Paesi, visto che il CAGR (il tasso di crescita annuale) sui ricavi è stato infatti pari al 4% per la Serie A e del 10% per la Premier League: nello stesso periodo il CAGR del PIL dell’Italia è stato pari all’1%, quello della Gran Bretagna pari invece all’3%.
DIRITTI TV - Una crescita spinta per i club inglesi in particolare dall’aumento dei contratti per i diritti tv: da quel primo storico accordo da 304 milioni di sterline in cinque anni si è arrivati fino agli anni recenti con accordi che per la sola Premier League valgono circa 3,2 miliardi di euro annui, a cui nel 2022/23 si sono aggiunti circa 500 milioni dalle altre competizioni con i club inglesi che hanno incassato 3,7 miliardi dai diritti tv rispetto agli 1,48 miliardi dei club italiani.
RICAVI DA STADIO - Andando ad analizzare le varie voci, è che attualizzando i ricavi da stadio della stagione 1992/93 della Serie A, il valore resta pressoché identico a quelli della stagione 2022/23, anzi addirittura leggermente superiore: 409 milioni di euro nel 1992/93 contro i 401 milioni di euro del 2022/23, nonostante i due club in più visto che 30 anni fa il campionato era a 18 squadre.
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