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La Premier League dice stop ai pagamenti segreti: una mossa per arginare (anche) il Newcastle di Pif
Si tratta di una mossa che secondo alcune interpretazioni sarebbe stata congegnata per arginare il rischio di strapotere finanziario di Public Investment Fund (PIF), il fondo sovrano saudita che ha appena rilevato il Newcastle United. Ma in realtà gli episodi che hanno indotto a riformulare i regolamenti sono avvenuti negli anni passati e coinvolgono un'altra proprietà araba, quella del Manchester City. I cui pagamenti extra in favore dell'attuale c.t. della nazionale azzurra Roberto Mancini vennero svelati da Football Leaks. In particolare, Mancini avrebbe ricevuto un compenso da 1,45 milioni di euro in qualità di consulente dell'Al Jazira Sport Club, altra società calcistica sotto il controllo degli emiri di Abu Dhabi. Un meccanismo che avrebbe consentito di aggirare le regole sul fair play finanziario.
Con le nuove regole tali pagamenti andranno obbligatoriamente dichiarati. Diversamente, le sanzioni rischiano di essere pesanti. In Inghilterra certe violazioni vengono prese molto sul serio, come ricorda lo stesso Times richiamando il caso dei Saracens, squadra londinese che appartiene alla nobiltà del rugby britannico. Nel 2020 i Saracens, in applicazione di sanzioni successive, sono stati penalizzati di ben 105 punti (https://www.scotsman.com/sport/rugby-union/saracens-now-89-points-adrift-after-additional-70-point-penalty-1395843). Motivo: la violazione delle regole sul salary cap operata attraverso un canale di pagamenti extra ai giocatori. Meglio non scherzare con certi divieti.