La politica di Torino all'attacco di Cairo: 'Via lo stadio!'
Problemi di carattere immobiliare, per il Torino di Urbano Cairo. Nel consiglio comunale del capoluogo piemontese, infatti, è stata ieri presentata una mozione per revocare "urgentemente e inderogabilmente" la concessione dello Stado Olimpico al club di via dell'Arcivescovado; firmatari: 16 consiglieri, di cui almeno 5 di ben nota, dichiarata e perfino sfegatata fede granata. Lo riporta oggi Quotidiano Piemontese. Motivo: l'"accordo al ribasso" che permette alla società di pagare un canone annuo di appena 250000 euro, a fronte per esempio di 1,1 milioni corrisposti al Comune di Genova dalle due inquiline di Marassi.
A parziale difesa dell'editore alessandrino si viene però a sapere non solo che le cifre delle liguri comprendono ogni spesa mentre il Torino deve aggiungere all'affitto anche le spese (sicurezza, rifiuti), ma pure che lo stesso club nelle prossime settimane provvederà - da semplice inquilino qual è - alla cablatura e al wi-fi all'interno dello stadio, cui il Comune non ha mai provveduto.
I politici della Sala Rossa, si legge sempre su QP, sono ben consapevoli del trattamento di assoluto favore di cui ha goduto la Juventus; il punto è che ora l'amministrazione comunale si dichiarerebbe pronta a comportarsi in maniera analoga anche con l'editore alessandrino. Sentire il consigliere Vittorio Bertola, noto granata doc: "Cairo non deve pretendere sconti da barbone, ma iniziare a pensare allo stadio di proprietà come fanno tutti i club italiani; pretenda piuttosto un trattamento alla pari con l'altra squadra, per un progetto a lungo termine che inglobi anche tutta l'area circostante, come l'ex Combi. Ammesso che Cairo sappia cosa sia un progetto a lungo termine".