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    La parabola discendente di Mané: in un anno dal Bayern all'Al Nassr, accordo a un passo

    La parabola discendente di Mané: in un anno dal Bayern all'Al Nassr, accordo a un passo

    • Gabriele Stragapede
    Vi ricordate di Sadio Mané? Domanda retorica, forse anche un po’ provocatoria. Sino a solo un anno fa, il giocatore senegalese era tra i – se non il – calciatori più forti e talentuosi nel proprio ruolo. Anzi, con la memoria vogliamo riavvolgere il nastro e riportare proprio un anno fa. Nel febbraio 2022, fu un suo calcio di rigore a trascinare il Senegal alla vittoria della sua prima storica Coppa d’Africa. Ma non solo. É ancora con un suo tiro dal dischetto che Mané proiettò I Leoni della Teranga alla loro terza partecipazione ai campionati mondiali di calcio. Decisivo, influente, leader indiscusso del proprio popolo e della propria squadra. Titolare inamovibile dello scacchiere di Klopp a Liverpool, vincitore di Premier (con tanto di titolo di capocannoniere nel 2018/19) e Champions League, esterno offensivo determinante per le sorti della propria nazionale. Un giocatore di classe mondiale sul quale il Bayern Monaco pose i propri occhi e per la cifra di 32 milioni di euro portò in Baviera lo scorso agosto. Da quel momento, sprazzi a parte, si spensero le luci e sul talento del senegalese calò il sipario.

    UNA STAGIONE HORROR –
    Sì, è vero. Le tanto fredde statistiche non potranno mai qualificare pienamente le sorti e il talento di un giocatore (calciatore, va chiarito, di livello assoluto) e su questo non si può discutere. Ma i dati, comunque, possono fornirci una spiegazione o almeno una chiave di lettura dal quale trarre delle interpretazioni, in modo tale da comprendere al meglio la stagione vissuta da Sadio Mané. 38 presenze complessive, 12 reti e 6 assist spalmati su un totale di 2204’ tra tutte le competizioni ma concentrati, specialmente, nei primi tre mesi in quel di Monaco di Baviera. Per trovare una stagione così povera, dal punto di vista realizzativo, bisogna tornare alla sua prima annata tra i professionisti, stagione 2011/12, quando vestiva la maglia del Metz ed esordiva nel calcio che conta. Tante le opportunità concesse al senegalese ma mai è sembrato poter rivivere i fasti vissuti solo un anno fa a Liverpool. Complice anche una struttura, quella bavarese, che mai come quest’anno è sembrata a un passo dal crollare, con il rischio concreto – sventato solo negli ultimi minuti dell’ultima giornata – di chiudere l’annata con zero titoli. Certo, va sottolineato, ci sono stati anche alcuni fattori (ed episodi) che non hanno aiutato a valorizzare il suo talento.

    L’INFORTUNIO E IL CASO SANE’ – Primo su tutti l’infortunio occorsogli a metà novembre: un’infiammazione alla testa del perone che non gli ha lasciato alcuna scelta se non quella di abbandonare il sogno di giocare i Mondiali con la propria nazionale. Un sogno lungamente inseguito e per il quale era risultato essere decisivo con quel calcio di rigore contro l’Egitto. Dal punto di vista mentale, più che fisico, fu uno stop determinante. La parola fine sulla sua stagione. L’edizione in Qatar della manifestazione iridata non poté godere di uno, sino ad allora, dei talenti più cristallini del panorama calcistico internazionale. Qatar 2022 trascorse, Mané recuperò dall’infortunio ma non fu più lo stesso: una sola rete e 2 assist nelle 11 presenze stagionali successive al suo rientro, culminate nella panchina durante l’ultima – e decisiva – giornata contro il Colonia, match che vide assegnare il Meisterschale ai bavaresi all’ultimo respiro. Un’assenza frutto anche anche di alcuni comportamenti che la dirigenza del Bayern non potè digerire: su tutti, il caso che si scatenò con Leroy Sané, una rissa vera e propria – con tanto di ferita sul labbro sanguinante per l’ex Citizen – a seguito della pesante sconfitta per 3-0, subita nell’andata dei quarti di finale di Champions League contro i futuri campioni del Manchester City di Guardiola. Fu la pietra tombale su un rapporto mai cominciato, un amore mai sbocciato tra Mané e l’intero ambiente Bayern. Un ambiente che si appresta a salutare a breve.

    ADDIO BAVIERA – Le prime indiscrezioni lanciate in giornata da The Athletic (secondo il quale Sadio Mane e il suo entourage, dopo non aver convinto Tuchel nelle ultime uscite con il Bayern, erano in trattativa per un trasferimento alla corte dell’Al Nassr) trovano conferma da quanto lasciato trapelare da L’Equipé: nelle ultime ore, un rappresentante dell'agenzia Roof, che si occupa degli interessi sportivi dell'attaccante senegalese, ha incontrato in Portogallo il direttore sportivo dei sauditi, Goran Vucevic ed è stato trovato un accordo per l’arrivo dell’ex Liverpool nella Saudi Pro League. L’intesa tra il giocatore e il club saudita è già stato trovato, ora bisogna trovare un accordo – in realtà semplice, date le infinite disponibilità economiche del club con in forza Cristiano Ronaldo – con la società bavarese, limando alcuni dettagli economici con il Bayern Monaco desideroso di rientrare dell’investimento economico compiuto solo un anno fa. Sistemati i dettagli, Manè volerò in Arabia per visite mediche di rito e firma sul contratto pluriennale e multimilionario con l’Al Nassr. A breve, sarà scritta la parola fine dell’avventura europea e della carriera a grandi livelli di Sadio Manè. Una parabola discendente che non ha avuto fine e consumatosi velocemente. Una delle stelle più brillanti del firmamento internazionale che spegne i riflettori su di sé, accettando la corte dei petroldollari sauditi. Una fine rapida ma non indolore. Spettacolo terminato, sipario calato.

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