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La nuova vita di Perisic, campione d'Europa 'normalizzato' da Conte: il tempo è galantuomo
COME ERIKSEN - La prova vivente è Christian Eriksen, a un passo da lasciare Milano a gennaio, reintrodotto e reinventato, con buon successo, nella posizione di mezzala sinistra. D'altronde un abile cuoco deve essere in grado di tirar fuori un gran piatto anche con pochi ingredienti, magari difficilmente abbinabili: la storia di Perisic in nerazzurro sembrava dover essere finita da più di un anno. Le caratteristiche tecniche del croato, più ala offensiva e di spinta che di copertura. non sconfinferavano particolarmente Conte, che aveva da subito fatto capire, con un eufemismo, di non ritenere il vice Campione del Mondo con la Croazia indispensabile.
DA CAMPIONE D'EUROPA A UOMO NUOVO - Detto, fatto: il classe 1989 viene mandato in prestito in Germania, al Beyern Monaco, che si laurea Campione d'Europa. Il problema è che i tedeschi non lo riscattano e Conte si ritrova "col peso sul groppone". Questa stagione inizia nel solco della scorsa: impiegato con il contagocce, da punta. Poi però cambia qualcosa, l'allenatore capisce che deve fare con quello che ha, il croato si mette di buzzo buono e inizia ad applicarsi, soprattutto nella fase difensiva. I risultati sono ottimi: Perisic non salta più l'uomo come un tempo, ma si rivela congeniale alle richieste del 3-5-2 contiano. grazie a tanta corsa e spirito di sacrificio. Il bilancio?
I COMPLIMENTI DI CONTE E CAPELLO: 'TEMPO GALANTUOMO' - “Il tempo è stato galantuomo anche per Ivan. Abbiamo lavorato sul ruolo, lui è un esterno offensivo ma anche lui adesso riesce a fare bene le due fasi, in maniera giusta. Lui può crescere ancora tanto perché ha potenzialità che neanche conosce, ha destro, sinistro e salta l’uomo. Oggi in fase difensiva non ha sbagliato niente e sono felice per lui perché è tornato all’Inter e si è rimesso in discussione. Quando c’è materiale fisico e umano è più facile per un allenatore, anche se ci vuole un po’ di tempo. Ivan sta maturando come Christian e ampliamo il nostro ventaglio di soluzioni”: parole e musica del suo precedente detrattore. Non basta? Ecco Fabio Capello: "Mi ha sorpreso Perisic nella zona di Lazzari, quello è stata la chiave del match. Lazzari è l’uomo che rompe sempre le difese degli avversari ma non ha avuto tanto spazio. Nell’1-1 contro uno è bravo ma non bravissimo perché non crossa quasi mai di sinistro". A volte, la "normalizzazione" porta buoni frutti.
@AleDigio89