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    La 'no fly zone' come rischio calcolato, è l’unico modo per fermare i massacri

    La 'no fly zone' come rischio calcolato, è l’unico modo per fermare i massacri

    • Marco Bernardini
      Marco Bernardini
    Quella che nelle intenzioni di Putin avrebbe dovuto risolversi con un’operazione lampo di conquista in realtà si va sempre più impantanando nella melma di conflitti già visti come in Afghanistan o, prima ancora, in Vietnam. Quella che al popolo russo, per ragioni di propaganda, viene severamente vietato di chiamare guerra ci offre quotidianamente la narrazione di orrori che l’umanità, dopo il secondo conflitto mondiale, pensava di non vedere mai più.

    Quella che viene spacciata per un’operazione di liberazione dal governo neo nazista ucraino, sono le parole del presidente russo, sta diventando una replica storica sciagurata di ciò che accadde al popolo ebreo per mano dei veri nazisti. Le deportazioni di migliaia di donne e bambini stipati nei treni in partenza per la Russia con destinazione ignota. Questo a macabro corollario dei bombardamenti indiscriminati e degli stupri commessi principalmente dai mercenari della brigata Wagner. Tutto ciò è inaccettabile e la Corte dell’Aja dovrà indagare i responsabili per crimini contro l’umanità.

    Domani mattina alle ore undici il presidente ucraino Vlodomir Zelensky, in collegamento da Kiev, parlerà ai senatori e deputati italiani riuniti alla Camera. Farà, insomma, ciò che ha già compiuto con i rappresentati di altri Paesi europei e della Nato. Tra le tante cose che avrà da dire ci sarà sicuramente quella che è diventata una preghiera costante non solo per il capo di stati ucraino ma anche per il suo popolo. In breve, l’attuazione immediata e non più procrastinabile di quella ”no fly zone” occidentale che impedirebbe agli aerei russi di sorvolare i cieli dell’Ucraina e di bombardare le città.

    Un tema quanto mai delicato che, fino a questo momento, ha trovato la netta opposizione da parte dell’intera Alleanza Occidentale perché, sulla carta, una soluzione del genere comporterebbe la messa in discussione della pace mondiale. Eppure, stando così le cose e andando avanti nel modo in cui garbano a Putin, la ”no fly zone” potrebbe davvero rappresentare l’unica via percorribile per mettere fine allo stillicidio dei massacri. Si tratterebbe di un rischio, certamente. Ma di un rischio calcolato perché, seppur nella sua lucida megalomania, non crediamo che Putin e i suoi pretoriani arriverebbero al punto di vestire i panni del dottor Stranamore scatenando l’Apocalisse. Tra l’altro, è tempo che l’Europa e l’Occidente decidano davvero che cosa fare smettendo la tecnica del “né e né”. O da una parte o dall’altra. La guerra è orribile, ma è questa.

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