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    La morte di un tifoso, San Siro chiuso, il razzismo: la due giorni nera della A

    La morte di un tifoso, San Siro chiuso, il razzismo: la due giorni nera della A

    Due giorni difficili da raccontare. Due giorni che hanno rovinato quella che doveva essere la festa del calcio, il boxing day italiano, la risposta della Serie A alla Premier League, quella degli stadi pieni e delle famiglie allo stadio. Poco e niente di tutto ciò: i buu razzisti di San Siro a Koulibaly, gli scontri fuori dallo stadio, la morte di Daniele Belardinelli, investito da un Suv. Due giorni che ora cerchiamo di racchiudere. 

    I BUU A KOULIBALY - In tanti si sono schierati dalla parte di Kalidou Koulibaly, il centrale del Napoli bersaglio di ululati razzisti nella giornata di ieri, come il sindaco di Milano Sala e il capitano dell'Inter Icardi. Parole ne hanno spese anche Gravina, presidente della Figc, che ha pensato di sospendere la prossima giornata di Serie A, e il procuratore federale Pecoraro, che ha spiegato come la partita andasse sospesa.

    LA MORTE - Non solo i buu, che hanno portato poi alle due gare a porte chiuse dell'Inter più una senza curva (e due giornate a Koulibaly e Insigne), con il comunicato della società nerazzurra che si smarca da tutto questo, ma addirittura la morte di Daniele Belardinelli, il tifoso investito da un Suv. Il questore di Milano ha parlato degli scontri di ieri, spiegando che chiederà la chiusura della curva interista fino al 31 marzo.. Due giorni che non sono ancora finiti, visto che se ne continuerà a parlare, con decisioni ancora da prendere, con Salvini che vuole incontrare i rappresentanti delle tifoserie. Due giorni  che dovevano essere di festa E non lo è stata. Assolutamente.  

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