La meteora Di Vicino: 'Quando col Napoli segnai un gol al Real Madrid' VIDEO
Passa una meteora. Real Madrid-Napoli? «Il Real è favorito, ma non si può mai dire. Il Napoli può fare almeno un gol a Madrid». Parola di Giorgio Di Vicino, uno che con la maglia del Napoli ha saputo segnare al Real Madrid, il 21 agosto del 2000. Il Napoli di Corbelli e Ferlaino, appena risalito in A e con Zeman in panchina, affronta i campioni d’Europa del Real Madrid, privi di qualche asso ma con in campo gente come Figo, Roberto Carlos, Guti e Morientes. Dalla vittoriosa finale di Parigi (3-0 sul Valencia) sono passati tre mesi, sulla panchina siede il futuro ct campione del mondo Vicente Del Bosque, subentrato qualche mese prima al posto del gallese Toshack
D'accordo era un'amichevole, il Trofeo Città di Alicante non è la Champions, ma a parlargliene lui comunque s'illumina: «È sempre bello ricordare quella serata, anche se è passato tanto tempo. Fu tutto inaspettato, giocammo una grande partita».
Ricordi che a distanza di sedici anni rimangono intatti, come la maglia scambiata con Roberto Carlos («la conservo ancora, lui è un simbolo del calcio, uno dei terzini più forti di sempre») a fine partita.
Una stagione (2000/2001) che sembrava soltanto il preludio a una brillante carriera, quando a 20 anni ti ritrovi in prima squadra sotto la guida di un allenatore che punta su di te. A maggior ragione se quell'allenatore si chiama Zdenek Zeman, profeta del calcio offensivo, abituato a lavorare bene con i giovani e sotto la cui guida sono esplosi attaccanti come Schillaci, Signori, Totti, Vucinic, Insigne, Immobile. Con lui Di Vicino ha molto feeling: «Il mister è un grande, ho avuto la fortuna di giocare con lui tre anni (uno al Napoli e due a Salerno) e per me il suo gioco era perfetto, mi permetteva di giocare tra le linee come piace a me».
Zeman è reduce da un'esperienza poco fortunata in Turchia alla guida del Fenerbahce, ma arriva a Napoli circondato da grandi aspettative. Tutti hanno davanti agli occhi il suo Foggia e le belle stagioni sulle panchine di Lazio e Roma, Una piazza calda come quella partenopea già pregusta goleade, tagli degli attaccanti, sovrapposizioni alte dei terzini e verticalizzazioni. Qualcosa però non va per il verso giusto: il Napoli colleziona solo due punti in sei giornate e l'allenatore boemo viene esonerato a novembre. Di Vicino trova spazio in cinque gare su sei, ma ammette: «Non eravamo partiti bene e nel calcio purtroppo contano i risultati». Arriva Mondonico e «all'inizio sembrava che tutto andasse bene, poi qualcosa è andato storto: sono successe cose strane quell'anno, c'erano giocatori di Moggi, infatti a fine gennaio sono andato al Crotone». Il Napoli alla fine non eviterà la retrocessione e a distanza di anni l'allora presidente Corbelli lancerà accuse pesanti nei confronti dell'ex dg della Juventus, reo a suo dire di aver voluto affossare il Napoli in quella stagione.
Per Giorgio Di Vicino diventa il bivio della carriera: «Non sarei mai voluto andare via da Napoli, fossi rimasto la mia carriera forse sarebbe potuta andare diversamente: è il mio unico rammarico. La situazione societaria era particolare». Ci scherza su: «Magari fossi capitato nell'era De Laurentiis sarebbe stata un'altra storia». Una meteora in serie A ma una carriera più che dignitosa la sua, tra Salernitana, Lecce, Ternana, Bari, Spezia e Pescara. Giorgio non ha ancora smesso ed è in attesa di una chiamata dopo aver rescisso con il Melfi (LegaPro, girone C) nel mese di ottobre: «Per ora aspetto, ho avuto qualche richiesta in serie D. Ma il calcio è cambiato: adesso è un caos totale. Se arrivasse la giusta proposta mi piacerebbe intraprendere la carriera da allenatore, partendo dal settore giovanile».
La passione per il calcio e per il suo Napoli non si è smorzata: «La cosa bella è che mi diverto a vedere le sue partite da qualche tempo, resto incollato davanti alla tv. Mi piace come Sarri fa giocare la squadra».
Su dove possa arrivare questo Napoli Di Vicino non si sbilancia: «Il campionato è molto equilibrato, se si vincono le prossime due prima della sosta si resta in scia, poi può succedere di tutto». Un po' come in Champions contro il Real Madrid, campione d'Europa come quello a cui fece gol di testa in una calda serata alicantina di sedici anni fa: «Speriamo in una bella sorpresa». Un po' come quando il portoghese Vidigal (come si può vedere qui) dalla destra pennellò un cross dalla destra e sul secondo palo Di Vicino si fece trovare pronto. Non si sa mai, se passa una meteora.