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La metamorfosi di Eriksen: non in campo, ma fuori. Il piano dell’Inter per gennaio
METAMORFOSI - L'anno scorso Eriksen non ha mai polemizzato per l'inizio di avventura in nerazzurro. Gli spezzoni da mezzala, le panchine, i pochi minuti concessi dall'inizio e gli ingressi in campo a gara pressoché terminata: il danese ex Tottenham nella scorsa stagione aveva accettato qualsiasi decisione presa da Antonio Conte con grande serenità. Almeno all'apparenza. Quest'anno, la musica è cambiata. L'allenatore dell'Inter è passato dal 3-5-2 al 3-4-1-2 con la presenza fissa di un trequartista, anche per agevolare l'inserimento di Eriksen, ma i risultati non sono cambiati. Sono rimasti pressoché invariati, nonostante il danese a inizio stagione sia stato schierato per tre volte dall'inizio in campionato. 0 gol, 0 assist e la sensazione che Eriksen non si sia mai realmente ambientato all'Inter. E non solo nel sistema tattico dell'allenatore.
A GENNAIO - La scelta di Conte ormai sembra chiara. Eriksen per lui è una riserva, sia pure di lusso, ma pur sempre una riserva. "C’è una situazione in cui la maggior parte dei tifosi mi vorrebbe veder giocare. E, ovviamente, è anche quello che vorrei io. L’allenatore ha un’idea diversa, che tu come giocatore rispetti la scelta", ha detto Eriksen sempre nell'intervista di ieri. Non è felice all'Inter e vorrebbe giocare con maggiore continuità, ma ci sono determinate condizioni per l'addio già nel mercato invernale, che ora è un'ipotesi da considerare. L'Inter tra agosto e settembre ha rifiutato le offerte di Borussia Dortmund ed Hertha Berlino che ci hanno provato con la formula del prestito. Il presidente Zhang ha detto chiaramente al duo Ausilio-Marotta di voler cedere solo a titolo definitivo o in prestito con obbligo di riscatto. Al momento i nerazzurri non hanno ricevuto offerte concrete, dovessero arrivare tutte le parti in questione sono pronte a valutarle. Con il PSG - che dall'Inter ha già pescato Icardi - alla finestra.