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    Romamania: la manona di Olsen non può coprire lo scempio giallorosso

    Romamania: la manona di Olsen non può coprire lo scempio giallorosso

    • Paolo Franci

    Sarà anche grande, al limite dell'enormità, la manona di Olsen. E aperta e protesa a compiere il miracolo, con quel guantone rosso fuoco spianato, è sembrata ancor più grande. Oltre che provvidenziale, a 7 secondi dalla fine del recupero, quando è arrivata dove di solito non si arriva, per togliere dall'incrocio il pallone alla stricnina di Giaccherini. Senza quella parata, sarebbe stato un ko che vattelo a ricordare prima di oggi. Sarebbe stato 2-3 con l'ultima in classifica, in casa e dopo aver trovato il doppio vantaggio. Per quanto grande però, la manona di Olsen non può coprire le enormi magagne di una squadra irriconoscibile e fisicamente da allarme rosso. Evidente il crollo nella ripresa. Evidente anche quando Di Francesco ha provato a tamponare con il doppio schermo davanti alla difesa, inserendo De Rossi e Karsdorp. Quest'ultimo, per errore di posizione, finisce sull'affollata tribunetta di colpevoli sul secondo gol del Chievo. Lui è fuori posizione, Juan Jesus buca la respinta e sorprende Kolarov che la mette in porta. E qui Olsen fa il primo miracolo che a nulla serve perchè Stepinski si mangia Kolarov e con lui tutta la Roma. Capire cosa stia succedendo, nel giorno in cui Cristante (ma non Pellegrini) dà qualche cenno di ripresa è davvero difficile. Da salvare, oltre al portiere che tutti malignamente aspettavano all'ennesima incertezza _ ma che atteggiamento è? _ c'è Nzonzi, la partita di Florenzi, El Shaarawy. Il tutto però, in una squadra che pare correre sulla Nutella. E aldilà dei singoli, preoccupa come la squadra non sembri affatto l'espressione di un lavoro programmato e organizzato. So che serve a poco, però a chi ha costruito la squadra, liberandosi di un muro portante come Strootman a campionato iniziato e dopo averlo eletto titolare e capitano alla prima uscita contro il Torino, sarà bene ricorda che quella lì, quell'ultima partita dell'olandese più rimpianto delle vacanze quando torni dalle ferie, è stata l'ultima vittoria di una Roma che non c'è più. Anzi, che sembra non esserci più, è la speranza. E hai voglia a dire che tutti i giocatori sono sostituibili, che tutti sono trattabili. Sì, vero, tutti lo sono e chi dice di no? La differenza, però, sta nel mettere la squadra al primo piano rispetto all'assegno di un club estero, non dico sempre, ma qualche volta, qualche rara volta, sì. Perchè poi è questo quello che ti succede, che una mano provvidenziale ti eviti un'umiliazione che a raccontarla fai fatica a farti prendere sul serio.E che alla fine, la Curva Sud, anima romanista, intoni un coro ben poco affettuoso nei confronti di James Pallotta.

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