La lezione di Di Francesco al calcio italiano: è il rinascimento giallorosso
Va bene, il terzo posto per il prestigio e starsene davanti alla Lazio, roba che nelle cose cittadine ha sempre il suo perchè. Da questo punto di vista, la stagione della Roma non è ancora finita. Anzi, è in pieno magma, considerando che alla trasferta di Sassuolo corrisponde il duello al sole (licenza poetica in salsa western, perchè si gioca di notte...) tra Lazio e Inter all'Olimpico, che deciderà chi andrà in Champions a braccetto con Juve, Napoli e Roma. Però, piazzamento finale a parte, la stagione della Roma finisce nella notte in cui la Roma-Juve è stata la sfida meno Roma-Juve della storia di Roma-Juve. Perdonate la ridondanza in stile rap, ma ci siamo capiti no? D'altra parte, gli obiettivi erano ormai in tasca sia per gli uni che per gli altri, mancava solo il certificato di buona condotta (in porto).
Della stagione della Roma, però, vissuta con qualche alto e basso di troppo e qualche giocatore sbagliato, resta soprattutto la lezione del suo allenatore. Di Francesco è riuscito a dare una mentalità alla squadra che qui a Roma s'è vista raramente. Dopo la partita con il Qarabag che aveva sancito il passaggio del turno in Champions nel girone di ferro, la Roma s'era sentita con la pancia piena. S'è rilassata, vizio storicamente assai frequente da queste parti. L'ha detto pure qualche giocatore, qua e là. Di Francesco, in pochi mesi, ha ribaltato la situazione, convincendo addirittura i giocatori che si potessero tenere i piedi in due staffe senza necessariamente inciampare da una parte, il campionato, o dall'altra, la Champions. Il coraggio delle idee e soprattutto delle scelte, la ferrea convinzione nei mezzi della squadra, il totale coinvolgimento dei giocatori alla 'causa'. Giusto per dirne qualcuna. Così, è partito il rinascimento giallorosso, che è un messaggio a tutto il calcio italiano, perchè al Roma di Di Francesco ha dimostrato come, prima di riempirsi la bocca su quanto sono forti le inglesi, le spagnole o le tedesche, è bene giocarle le partite, pensando che si possano giocare a addirittura vincere, altro che storie. Praticità e coraggio, convinzione e voglia di misurarsi, così è decollato il progetto di un tecnico che, Max Allegri, non uno qualunque che raramente parla dei colleghi, ha definito “uno dei giovani allenatori più interessanti del panorama europeo”. Vi pare poco?
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