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  • Diritti tv, la Lega si spacca. Le 6 grandi furiose: 'Ce ne andiamo'

    Diritti tv, la Lega si spacca. Le 6 grandi furiose: 'Ce ne andiamo'

    Spaccatura totale in Lega Calcio. La quarta "puntata" dell'assemblea elettiva della Lega di Serie A, i cui lavori sono stati sospesi e riaggiornati già tre volte nell'ultimo mese senza un tentativo di voto per il rinnovo delle cariche di presidente e consiglieri federali, non ha dato i frutti sperati. Nemmeno per quanto riguarda la riforma dello statuto all'ordine del giorno della riunione, alla quale hanno partecipato tutti e 20 i club di A.  A confermare la rottura Adriano Galliani: "C'è un'insanabile frattura tra 14 squadre di Serie A e le altre sei, Juventus, Inter, Milan, Napoli, Roma e Fiorentina che rappresentano l'80% dei tifosi italiani. Per questo abbiamo deciso di andare via. E' impossibile allo stato attuale delle cose trovare una soluzione. Non so cosa succederà, su (al sesto piano ndr) sono riunite le altre 14 squadre, decideranno cosa ritengono utile fare. Certamente per gli aspetti economici ci vogliono 15 voti. Non sono possibili le proposte di modifiche, di criterio di ripartizione che sono arrivate. La Governance è una foglia di fico, il problema sono i diritti televisivi. Vadano avanti da soli". 

    LA REPLICA DELLE 'PICCOLE' - Tommaso Giulini, presidente del Cagliari, parla in Lega Calcio in rappresentanza di quelle società che non hanno lasciato la riunione: "Dopo una lunga riunione siamo arrivati ad avere questo documento programmatico, firmato dalle 13 società presenti (mancava il Chievo ndr). Sostanzialmente racchiude quelli che sono i 9 punti per arrivare alla governance di Lega, che riteniamo possano essere in gran parte condivisi anche dalle squadre qui non presenti.  Fra questi punti, c'è un accordo su un Presidente nuovo e di garanzia, che abbia un profilo istituzionale. C'è un accordo su amministratore delegato che debba essere di Lega, un profilo internazionale con grandi competenze sui diritti televisivi, di marketing e commerciali. Quindi la valorizzazione del prodotto serie A nel mondo.  Si parla di un consiglio di amministrazione a sette, con cinque società rappresentate. C'è ovviamente il punto sull'articolo 19 dove non c'è accordo anche da parte delle società non presenti, il documento è stato dato prima che se ne andassero. La nostra proposta è quella di rispettare i parametri attuali per il paracadute e per lo status quo. Non c'è nessuna richiesta aggiuntiva, cioè solo una richiesta di buon senso di farla diventare una percentuale e non un valore valore assoluto. Per i criteri di ripartizione, che voi conoscete in bacino di utenza e meritocrazia, abbiamo semplicemente proposto quello che succede nei principali campionato europei e vogliamo adeguarci. Quindi a questo punto crediamo che la palla stia nel campo delle società che non hanno sottoscritto questo documento e che dovranno tornarci con quella che è la loro posizione".

     

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