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La Lazio vince ancora senza brillare, ma l'Empoli è davvero poca roba
La prova di questo giudizio dagli accenti severi sta nelle decisioni di Inzaghi, che per la seconda partita consecutiva ha sostituito Milinkovic e Luis Alberto, ombre dei “maghetti” che conosciamo, lenti, imprecisi e apparentemente persino svogliati; Immobile non poteva sostituirlo per ciò che ho già detto, e cioè la mancanza di una punta presentabile. Non che i rimpiazzi abbiano fatto stropicciare gli occhi, anzi. Correa - come altre volte - si è rivelato giocatore da circo, tentando e fallendo regolarmente ogni dribbling; e quando dopo l’unico tiro nello specchio della porta di Immobile si è trovato sui piedi una palla comoda comoda respinta da Terracciano, l’ha sbattuta incredibilmente sul palo.
Dice: però la Lazio ha segnato un gol, ha colto due pali, ha fallito due volte il raddoppio con l’uomo solo davanti alla porta toscana: dunque ha meritato. Sicuro, ha meritato, ma non certo con il piglio della squadra di rango e con la complicità del basso livello degli avversari. Modesti giocatori, operai del pallone, con Krunic, Zajc, Acquah e "mister 10 milioni" La Gumina (entrato troppo tardi) di un palmo sopra i compagni, però i Silvestre e i Capezzi non sono da serie A. Tuttavia la sua occasionissima di pareggiare l’Empoli l’ha avuta e proprio al 94', pochi secondi prima del fischio finale e Strakosha è stato prodigioso nel deviare di piede il tocco di Caputo.
E' accaduto tutto nel secondo tempo, il primo è stato una galleria degli errori da parte di tutti, con Acerbi, Lucas Leiva e Radu a tenere a galla una Lazio che ha saputo minacciare la porta toscana solo allo scadere con una capocciata sul palo e l’Empoli a fare la partita ma senza la necessaria qualità. Partita noiosa per gli esteti del calcio, che fortunatamente si è accesa appena finito il riposo. Gol un po’ fortunoso per lo scivolone di Di Lorenzo sul cross da sinistra del solito Lulic, con la palla che è andata quasi a sbattere su Parolo, poi lentamente all’interno del palo, poi ancora più lentamente in rete. Da allora, occasioni di qua e di là, poche - in verità - per merito degli attaccanti, molte per gli errori in uscita delle due difese.
Vittoria per certi versi annunciata quella della Lazio, che ad Empoli ritrovava Andreazzoli sulla panchina avversaria e l’arbitro Orsato, come cinque anni fa in una delle più gloriose circostanze per la squadra biancoazzurra: la vittoria della Coppa Italia ai danni della Roma. Se ne saranno ricordati Lulic e Radu, gli unici due superstiti di quel derby. E probabilmente anche Inzaghi, che a quella partita assistette come allenatore delle squadre giovanili e che quanto a età di Andreazzoli - eterno secondo premiato da responsabile la scorsa stagione con una straripante promozione - potrebbe essere il figliolo.
Non a caso i due veterani biancoazzurri sono stati fra i migliori, alle spalle dei dominanti Leiva e Acerbi. Hanno comunque di che godere i laziali che in sol colpo hanno guadagnato diverse posizioni in classifica scavalcando Inter e Roma. Juve e Napoli non erano alla sua portata, gli avversari sono altri. L’Empoli, con una rosa modesta, fa quel che può. I tempi di Tavano, Maccarone e di Natale sembrano lontani, però La Gumina e Traorè hanno regalato alla manovra un po’ di brio. Lasciarli fuori è come voler correre un Gran Premio con una Panda avendo in garage una Ferrari.
Empoli-Lazio 0-1 (primo tempo 0-0)
Marcatori: 2’ s.t. Parolo
Empoli (4-3-2-1): Terracciano; Di Lorenzo, Rasmussen, Silvestre, Veseli; Acquah (31’ s.t. Traore), Capezzi, Bennacer (36’ Mraz); Krunic, Zajc (15’ s.t. La Gumina); Caputo. All. Andreazzoli.
Lazio (3-5-1-1): Strakosha; Wallace, Acerbi, Radu (9’ s.t. Caceres); Marusic, Parolo, Lucas Leiva, Milinkovic Savic (22’ s.t. Correa), Lulic; Luis Alberto (30’ s.t. Durmisi); Immobile. All. S. Inzaghi.
Arbitro: Orsato di Schio
Ammoniti: 7’ p.t. Silvestre (E), 34’ p.t. Bennacer (E), 42’ p.t. Parolo (L), 35’ s.t. Durmisi (L), 42’ s.t. Marusic (L)