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    La Kings League sbarca in Italia: presentazione a Torino il 18 novembre, la storia e come funziona

    La Kings League sbarca in Italia: presentazione a Torino il 18 novembre, la storia e come funziona

    • Cristiano Corbo
    In un panorama calcistico che spesso rimane ancorato alle tradizioni, l’ingresso della Kings League in Italia segna l’avvento di una nuova era che unisce calcio, spettacolo e digitalizzazione, un’idea nata dalla mente di Gerard Piqué e della sua società Kosmos. Questo esperimento, nato nel 2022 e già affermatosi in Spagna, ha preso piede grazie all'energia del calcio a 7, una versione del gioco più veloce e spettacolare, pensata per coinvolgere i giovani e adattarsi ai ritmi della modernità.

    La Kings League si distingue non solo per il formato del torneo, ma anche per la presenza di star leggendarie come Ronaldinho, Pirlo e Shevchenko, e di grandi nomi dello streaming mondiale. Ogni squadra, infatti, è presieduta da uno streamer o un influencer, unendo così il mondo digitale con l’universo sportivo. Gli spettatori, spesso under 34 e attivi sui social, hanno dimostrato grande entusiasmo, con visualizzazioni e interazioni straordinarie che superano, per engagement, i club storici di Serie A.

    NUOVA FORMULA - La formula della Kings League è stata studiata per garantire uno spettacolo visivo unico, con 16 telecamere, VAR e body cam sugli arbitri, tutto in un contesto che riproduce lo stile dei grandi eventi e sfrutta la potenza dei social media per amplificare il seguito. Ecco: la Kings League Italia seguirà lo stesso approccio, con una presentazione attesa per il 18 novembre a Torino, che sarà trasmessa in diretta su tutte le principali piattaforme digitali. L’obiettivo non è solo conquistare una fetta di pubblico italiano, ma anche offrire nuove opportunità ai partner commerciali e attrarre broadcaster interessati a un progetto così innovativo.

    IN ITALIA - L’espansione in Italia non è casuale: durante la Kings World Cup in Messico, infatti, i tifosi italiani si sono collegati numerosi per seguire le partite anche in orari scomodi, dimostrando che esiste un’audience predisposta a un calcio “diverso”. La Kings League ha un seguito impressionante, con milioni di interazioni sui social, grazie a un linguaggio multimediale e a un approccio informale che fa breccia soprattutto tra i giovani. Le squadre sono legate ai presidenti influenti dei social media, una strategia vincente per mantenere l’interesse e generare numeri da record: 285mila spettatori medi per partita in Spagna e 323mila nelle Americas.

    MODELLO DI BUSINESS - Uno degli elementi distintivi della Kings League è la sua capacità di sfruttare i social media come canali principali di diffusione. Con oltre 5,3 miliardi di visualizzazioni video nel 2024, la competizione mostra come un approccio nativo digitale possa competere, e in alcuni casi superare, il seguito delle leghe tradizionali. Anche in Italia la competizione sarà accompagnata da contenuti esclusivi e momenti dietro le quinte che verranno pubblicati sui profili social delle squadre e degli streamer coinvolti, garantendo una narrazione continua, fatta di highlights, curiosità e interazioni dirette con i fan.

    SFIDA ALLA TRADIZIONE - La Kings League in Italia promette di sfidare le convenzioni del calcio tradizionale: meno tatticismi e più libertà d’espressione sul campo e sui social. Questo modello ha già visto il successo di progetti paralleli come la Queens League e la Kingdom Cup, in cui per la prima volta squadre maschili e femminili hanno giocato insieme. La scelta di un formato a 7 giocatori e di regole adattate per garantire più azione continua, unite alla produzione di contenuti innovativi, creano una narrazione unica, che guarda oltre la logica della “classifica” e abbraccia la cultura pop.

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