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La Juventus paga la scarsa ambizione sul mercato: nelle ultime ritmo da zona retrocessione
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ANDAMENTO LENTO – E se sono i numeri a essere l'unica cosa difficilmente controvertibile, quella stessa Juve che a un certo punto (sei giornate fa, non una vita fa...) saliva in vetta alla classifica, ora ha un ritmo quasi da retrocessione. Il bilancio del girone di ritorno parla di una squadra da metà classifica, con un bottino che varrebbe il decimo posto. Quello iniziato con il passo falso con l'Empoli parla addirittura di una Juve in crisi reale: 6 partite, 5 punti, una sola vittoria e all'ultimo respiro contro il Frosinone. Gli equilibri? Saltati, per aria. È bastato forzare il turno di riposo di Kenan Yildiz per lanciare titolare Arek Milik in quell'occasione per perdere di vista la retta via: vincere con l'Empoli avrebbe portato la super-Inter a scendere in campo il giorno dopo a Firenze con un -4 da gestire e poi ad affrontare comunque dietro in classifica lo scontro diretto della settimana successiva. Questo sì, un discorso puramente virtuale e nel calcio con i “se” non si è mai andati da nessuna parte. Intanto la Juve si è persa, ha alzato bandiera bianca in ottica scudetto e continua a gestire il vantaggio sulla quinta. Ma così il campionato rischia di diventare interminabile. E domenica, senza Dusan Vlahovic, arriva l'Atalanta.