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La Juventus distrugge la Fiorentina e la manda al patibolo
La vittoria manca da settembre. Ai cinque pareggi consecutivi, adesso è seguita una vittoria. La Juventus ha battuto la Fiorentina. Un secco 0-3 che prende tutto ciò, non lascia adito ad attenuanti e porta ancor più alla luce tutti i problemi che attanagliano la formazione di Stefano Pioli.
I bianconeri giocano la loro partita, modellano i viola a loro piacimento e colpiscono tre volte, abbastanza per prendere tre punti, farsi beffe dell'avversario e far male. Molto male. Perché la debacle nella "partita dell'anno" fa emergere tutti i limiti di una squadra costruita male e gestita altrettanto. Ciò che conta, al di là del risultato, è come ne esce la Fiorentina. A pezzi.
Pioli è nervoso, discute anche con Allegri nella pancia dello stadio - tutto risolto, in amicizia - e chiede velatamente un intervento. L'ingresso di Thereau a una manciata di minuti dalla fine suona come un monito, un po' alla Joshua Brillante ai tempi di Montella. Il povero Vlahovic rimane lì, inerme, osservando un Simeone in netta difficoltà, finito nel mirino della critica e dei tifosi. Lui come il tecnico: in tanti ne chiedono la testa, la società non batte ciglio e prosegue - giustamente - senza intaccarne il lavoro. Certo è che la piazza è ancora una volta in disaccordo, almeno parzialmente. La partita contro il Sassuolo sarà fondamentale per il futuro del tecnico, il cui contratto è in scadenza. Non solo, perché il punto interrogativo è anche sul comparto sportivo: a giugno se ne vedranno delle belle.
La Juventus, insomma, manda la Fiorentina al patibolo: troppe incongruenze, giocatori fuori posto, problematiche irrisolte e una preoccupante disillusione verso le stesse. La mancanza d'ammissione di certi limiti è lampante. Le carte in regola per una buona stagione ci sarebbero, la classifica non piange poi così tanto e, grazie alle incertezze delle avversarie, niente è precluso.
A chiosa, nel giorno in cui i bianconeri omaggiano Davide, escono le scritte contro Scirea e l'Heysel. Un gesto deprecabile, sebbene i cori offensivi siano arrivati da entrambe le parti e siano condannabili: che siano sulla strage dell'Heysel da parte dei fiorentini o sui "viola ebrei" da parte del settore ospiti. Il Sindaco di Firenze ha fatto subito rimuovere le scritte, ma il gesto resta. Certo è che non si può infangare tutta una piazza per colpa di un facinoroso.
I bianconeri giocano la loro partita, modellano i viola a loro piacimento e colpiscono tre volte, abbastanza per prendere tre punti, farsi beffe dell'avversario e far male. Molto male. Perché la debacle nella "partita dell'anno" fa emergere tutti i limiti di una squadra costruita male e gestita altrettanto. Ciò che conta, al di là del risultato, è come ne esce la Fiorentina. A pezzi.
Pioli è nervoso, discute anche con Allegri nella pancia dello stadio - tutto risolto, in amicizia - e chiede velatamente un intervento. L'ingresso di Thereau a una manciata di minuti dalla fine suona come un monito, un po' alla Joshua Brillante ai tempi di Montella. Il povero Vlahovic rimane lì, inerme, osservando un Simeone in netta difficoltà, finito nel mirino della critica e dei tifosi. Lui come il tecnico: in tanti ne chiedono la testa, la società non batte ciglio e prosegue - giustamente - senza intaccarne il lavoro. Certo è che la piazza è ancora una volta in disaccordo, almeno parzialmente. La partita contro il Sassuolo sarà fondamentale per il futuro del tecnico, il cui contratto è in scadenza. Non solo, perché il punto interrogativo è anche sul comparto sportivo: a giugno se ne vedranno delle belle.
La Juventus, insomma, manda la Fiorentina al patibolo: troppe incongruenze, giocatori fuori posto, problematiche irrisolte e una preoccupante disillusione verso le stesse. La mancanza d'ammissione di certi limiti è lampante. Le carte in regola per una buona stagione ci sarebbero, la classifica non piange poi così tanto e, grazie alle incertezze delle avversarie, niente è precluso.
A chiosa, nel giorno in cui i bianconeri omaggiano Davide, escono le scritte contro Scirea e l'Heysel. Un gesto deprecabile, sebbene i cori offensivi siano arrivati da entrambe le parti e siano condannabili: che siano sulla strage dell'Heysel da parte dei fiorentini o sui "viola ebrei" da parte del settore ospiti. Il Sindaco di Firenze ha fatto subito rimuovere le scritte, ma il gesto resta. Certo è che non si può infangare tutta una piazza per colpa di un facinoroso.