Calciomercato.com

  • La Juve piange Longobucco, uno degli anti-eroi più amati: la passione per le belle macchine e quella figurina 'alla Pizzaballa'

    La Juve piange Longobucco, uno degli anti-eroi più amati: la passione per le belle macchine e quella figurina 'alla Pizzaballa'

    • Omar Savoldi
    Più che col gioco, col cognome. Silvio Longobucco, scomparso due giorni fa, aveva tutto per essere un calciatore qualsiasi, ma non il cognome. Non c’è tifoso juventino che non se lo ricordi. Magari non si mette a fuoco Favero, ma lui sì. In una squadra di campioni (Capello, Zoff…) era l’antieroe, quasi capitato lì per caso, il gregario necessario tra tante prime donne. Prima di dedicargli un articolo “Hurrà Juventus” fece passare 3 anni, ma è stato forse uno dei gregari, appunto, più amati e ricordati di sempre. L’epico gobbo Sandro Veronesi (l’autore di “Caos calmo” e il “Il Colibrì”, l’unico a vincere due volte il Premio Strega) nutre da sempre per questo indimenticabile “terzinaccio” una passione pari a quella che prova per Platini o Zidane o Federer.

    Storia, per altro non nuova, da libro “Cuore”, quella di Longobucco è la rappresentazione esemplare di chi ce la fa, magari senza talento, senza smalto, senza un gol (ne segnò uno in Coppa Italia contro l’Inter), ma con la disciplina e l’abnegazione. “Sono un tipo introverso, un po’ apatico. Faccio sempre quello che mi dice il mister” e Vicpalek lo adorava. Ne fece un terzino sinistro fluidificante ante litteram, su e giù, veloce nei recuperi, preciso nei cross. Balzò alle cronache per essere stato sovrastato da Rep, con conseguente gol di testa, nella sfortunata finale di Coppa dei Campioni contro l’Ajax. Per qualche tempo ebbe gloria nell’Album Panini: la sorte o la pianificazione lo avevano reso una figurina rara. Non come Pizzaballa, ma quasi. Poi arrivò l’inflazione e per qualche mese non c’era bustina senza Longobucco. Oggi la figurina di Pizzaballa arriva anche fino a 800 Euro, la su a 9. Dal ’71 al ’74 vinse 3 scudetti e una Coppa Italia.

    Appassionato di automobili, tornava spesso a Scalea in Calabria, dove era nato e dove tornò a vivere, in Porche o Jaguar. Non comprò mai una Fiat se non negli ultimi anni della sua vita: una Panda 4 x 4.

    Altre Notizie