Juventus FC via Getty Images
La Juve passa all'attacco contro il -15: tre linee guida per ribaltare la sentenza
INFONDATEZZA - Dalle motivazioni della sentenza, infatti, emerge che è il comportamento della Juventus a essere illecito, e non la plusvalenza, che invece non è punibile. Ecco perché si è passati dall’articolo 31 (illeciti amministrativi) all'articolo 4 (lealtà sportiva). Secondo la Juve, però, questo caso riguardava la revocazione della sentenza sulle plusvalenze e non un nuovo procedimento.
ILLOGICITA' - L’altra eccezione che muoverà la Juventus, riporta la Gazzetta, è la mancanza di logica nel passaggio da una norma specifica ad una generale. La specificità in giurisprudenza ha prevalenza sulla norma generale e quindi non si capisce, secondo i bianconeri, la motivazione che ha portato i giudici a passare dall'articolo 31 (reati amministrativi) all'articolo 4 (lealtà sportiva) che è una norma più generale rispetto alla specificità della prima.
CARENZE MOTIVAZIONALI - Infine la Juventus proverà a sconfessare anche le prove che hanno portato alle motivazioni finali. Ovvero l'aver considerato le intercettazioni e il celebre "libro nero di Paratici" come prove auto-accusatorie. La Juventus punterà a ribadire che queste siano soltanto prove accusatorie (prodotte dalla Procura della Repubblica di Torino nell'inchiesta Prisma) e non bipartisan o quantomeno valutate da un giudice, dato che l'udienza preliminare del GUP prenderà il via il 27 marzo.