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La Juve non è ancora al meglio ma è tornata: ora la doppia controprova
Primo tempo tutto ciccia di Madama, controllo assiduo del pallone e degli spazi, giro palla puntuale e pungente cambi di campo frequenti nel tentativo di aggirare la muraglia mobile allestita da Ranieri sulla tre quarti campo blucerchiata. Pochi lampi in bianconero, la Sampdoria è un osso duro e contende palmo a palmo l’erba del Ferraris (il prato è stato rizollato ma la pioggia lo rende scivoloso). Ranieri si è inventato Ekdal difensore aggiunto in mezzo alla coppia Yoshida-Colley, rinunciando a coprire la fascia mancina dove Augello si ritrova a fronteggiare un Cuadrado per sua fortuna meno razzente del solito. Per un po’ l’espediente del quinto difensore funziona e la Juve è costretta a tentare l’aggiramento al largo, sebbene Arthur, McKennie e Bentancur non lesinino gli inserimenti centrali a sostegno di Morata e Ronaldo, che si allargano per lasciare ai centrocampisti gli spazi giusti per fare male ad Audero.
La Sampdoria si arrocca nel sandwich stretto fra linea mediana e difesa e inizialmente non concede occasioni da gol. Senonché non riesce a ripartire, e nei primi 45’ non minaccia mai seriamente la porta di Szczesny. Oltretutto la Sampdoria pasticcia parecchio nei disimpegni e in uno di questi frangenti il fumoso Keita si fa rubar palla da Cuadrado poco oltre il cerchio di centrocampo, pallone toccato su Ronaldo che apre a ventaglio sulla corsa per Morata che da destra pesca Chiesa sul dischetto del rigore. Il figlio di Enrico, che con la Sampdoria di Eriksson Mancini e Montella segnò 22 gol (stagione 1995/96), non deve far altro che calciare nel sacco. 1-0 per la Juve (20’).
La Maginot della Sampdoria deve giocoforza alzarsi di una ventina di metri. E’ proprio quel che Pirlo sperava. Con qualche spazio aperto in più Madama potrebbe scatenarsi, invece stranamente si placa, rallenta il ritmo esagerato dell’avvio e permette alla Sampdoria di mettere fuori il capino. Intendiamoci, non accade nulla di pericoloso dalle parti di Szczesny, Quagliarella finisce triturato nei tentacoli del redivivo Chiellini, che si scambia con Bonucci la cura degli attaccanti blucerchiati. Keita cresce ma non abbastanza, tiri verso la porta zero assoluto e nel turbinare di speroni e tacchetti a centrocampo finisce che Ekdal regala il pallone a Bentancur ed è costretto a stenderlo: giallo sacrosanto. Altrettanto giusto il giallo toccato subito dopo a Bentancur per un fallo sul ripartente Keita, che gli costerà la squalifica contro la Roma. Ronaldo si accende (destro centrale deviato oltre la traversa da Audero) e arriva in odore di gol (43’) a tu per tu con Audero, ma un prodigioso tackle scivolato di Yoshida (il migliore della Sampdoria) gli nega la gioia. L’1-0 dell’intervallo è persino avaro per la Juve, che ha tenuto in mano gioco e partita e ha impedito alla Sampdoria di replicare.
Ripresa e la squadra di Ranieri, persa per persa, alza il baricentro e si butta sotto a ranghi finalmente compatti. Scontro testa contro testa fra Cuadrado e Augello, il terzino della Sampdoria ha la peggio ma si rialza e riprende col turbante. Nel giro di tre minuti, la Sampdoria confeziona due palle gol… e mezza, con Quagliarella (salvataggio miracoloso di Chiellini e parata di Szczesny sul primo palo), e un colpo di testa di Keita diretto nel sette casualmente corretto in corner da Bentancur. Fiamme di fuoco vivo, destinato tuttavia a non riattizzarsi più. Ranieri mischia le carte e tira via in successione Silva (opaca serata) per Damsgaard (Ekdal riprende il suo posto in mediana) la coppia d’attacco Quagliarella-Keita per Ramirez-Torregrossa e infine Jankto per l’esausto Candreva, uno dei pochi a proporre trame d’attacco, in coppia con l’arrembante Bereszynski.
Senonché i suoi cross erano regolarmente destinati alle teste dei due granatieri in maglia arancione (che schifo!, se mi è permesso un giudizio estetico), ossia gli intramontabili Chiellini e Bonucci. Anche Pirlo mette mano alla panchina, dando respiro in successione a Bentancur, Morata, Arthur e Chiesa a beneficio rispettivamente di Rabiot, Ramsey, Bernardeschi e Alex Sandro. Il finale è tutto bianconero con la perla del contropiede in campo aperto, fulminante, Ronaldo-Cuadrado Ramsey e il gol del gallese quasi in fotocopia del vantaggio segnato da Chiesa. Giusto così, dopotutto. La Juve non sarà ancora al meglio ma è decisamente in marcia per arrivarci. Prima controprova in campionato (dopo l’assaggio di Coppa Italia con l’Inter) la Roma, mica noccioline. La Sampdoria dovrà far punti a Benevento e vendicare la sconfitta dell’andata. Lo spirito c’è. Gli uomini anche. Notazione d’onore per l’arbitro Fabbri. Non fischiava la Juve da oltre due anni (l’1-3 con la Lazio del dicembre 2019) e con lui la Sampdoria aveva raccolto appena 2 punti in cinque gare. Non ha sbagliato nulla di rilevante ed ha diretto all’inglese, come piace a me.
:(actionzone)
IL TABELLINO
Sampdoria - Juventus 0-2 (primo tempo 0-1)
Marcatori: 20’ p.t. Chiesa (J), 45’ s.t. Ramsey (J).
Assist: 20’ p.t. Morata (J), 45’ s.t. Cuadrado (J).
Sampdoria (4-4-2): Audero; Bereszynski, Yoshida, Colley, Augello; Candreva (35’ s.t. Jankto), Ekdal, Silva (17’ s.t. Damsgaard), Thorsby; Keita (22’ s.t. Torregrossa), Quagliarella (22’ s.t. Ramirez). All. Ranieri.
Juventus (4-4-2): Szczesny; Cuadrado, Bonucci, Chiellini, Danilo; Chiesa (38’ s.t. Alex Sandro), Bentancur (29’ s.t. Rabiot), Arthur (38’ s.t. Ramsey), McKennie; Morata (32’ s.t. Bernardeschi), Ronaldo. All. Pirlo.
Arbitro: Michael Fabbri della sezione di Ravenna.
Ammoniti: 24’ p.t. Thorsby (S), 29’ p.t. Ekdal (S), 30’ p.t. La Gumina (S) (dalla panchina), 37’ p.t. Bentancur (J), 41’ s.t. Damsgaard (S), 43’ s.t. Bernardeschi (J),