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La Juve ha il diritto di chiedere la riapertura dello Stadium, la politica non dimentichi le scuole
La Juventus ha il diritto incontestabile di dare un senso alla propria attività di azienda calcistica che prevede, tra le tante cose, la sacralità dei tifosi i quali sono l’anima pulsante del movimento e non solo in termini economici. La società bianconera, con grande buon senso, ha presentato un progetto che dovrebbe garantire la necessaria sicurezza sanitaria a coloro che decidessero di “correre il rischio” di tornare a vedere calcio in presenza. Soltanto il venti per cento degli eventuali spettatori rispetto alla capienza dell’impianto avrebbe diritto all’ingresso per un totale di ottomila persone il cui flusso sarebbe rigorosamente regolato all’esterno e poi all’interno da cinquecento steward. Evidentemente la Juventus ritiene di aver fatto bene i suoi conti tralasciando per una volta l’aspetto economico visto che, tra incasso e spese, l’operazione prevede un bilancio in pareggio.
Ciò che meraviglia è la netta presa di posizione del governatore Cirio il quale, consapevolmente oppure no, ha inviato un segnale preciso al Governo e ai responsabili della Sanità nazionale rivelando l’intenzione, a mio avviso scriteriata di alimentare le fratture già evidenti tra le autorità centrali e quelle locali. Un procedere ciascuno per proprio conto e con regole soggettive che, come è accaduto per le discoteche, ci è costato molto caro. Cirio, in ogni caso farebbe miglior cosa a preoccuparsi più che non dei tifosi di quegli eserciti di ragazzi i quali per raggiungere le scuole dovranno usufruire di mezzi di trasporto inadeguati per capienza e frequenza di orari sia in entrata che in uscita. Una questione, questa sì, prioritaria il un momento in cui i contagi da Covid sono aumentati del 34 per cento in una settimana e cresce il numero delle terapie intensive. E’ la solita storia deprimente di chi guarda il dito e ignora la luna.