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    'La Juve è sempre la Juve': Rakitic e quel retroscena di mercato

    'La Juve è sempre la Juve': Rakitic e quel retroscena di mercato

    • Cristiano Corbo, inviato
    "Ambientazo". Perché Nerviòn è una regola chiara: se il Siviglia ha bisogno di una mano, alla fine il popolo biancorosso risponde. A poche ore dalla sfida con la Juve, tutto intorno si colora di speranza: la gara sarà dura, ma non proibitiva. Anzi: buona parte della città si sente già in finale, ecco perché tutti s'apprestano adesso a predicare calma. A farlo, soprattutto Ivan Rakitic, uno che di finali - e di sfide alla Juventus - se ne intende. Nel 2015, il suo (fortissimo) Barcellona aveva battuto in maniera netta i bianconeri a Berlino, nella prima finale dell'era Allegri. Gli avversari in campo sono cambiati, non quello in panchina: "Abbiamo fatto una grande partita lì - ha raccontato il croato a Marca -, ma la Juve resta la Juve. Non si può assolutamente sottovalutare". 

    IL RETROSCENA - Ivan lo sa. L'ha vissuto sulla sua pelle. E avrebbe potuto anche vestire la maglia opposta a quella biancorossa. Nel 2019, estate piena, la Juventus cercava un centrale di sicuro affidamento e aveva pensato agli ultimi sgoccioli bluagrana della sua carriera. Rakitic alla fine scelse di restare a Barcellona, salvo poi passare al Siviglia dopo sei anni di vittorie in Catalogna. Anche lì la mano juventina aveva provato ad afferrarlo, anche lì Rakitic ne ha fatto una questione di cuore. "Il Sanchez-Pizjuan produce una sensazione unica, ne avremo bisogno questa sera. Non saremo undici in campo, ma più di quarantamila". Il croato sogna "la migliore partita possibile", in un angolo della mente proverà a non pensare a ciò che avrebbe potuto essere, diventare, giocare. 

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