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La Juve e gli olandesi, dall'affare Davids al flop Elia: ora tocca a De Ligt
Davids ha giocato nella Juventus dal 1997 al 2004. E sono state stagioni di alto livello. Arrivò con l’etichetta di «mela marcia» dal Milan, così l’aveva battezzato Costacurta. Fu Lippi (rapporto di amore-odio tra i due) a indicarlo, fu Moggi (con cui alla fine litigò violentemente) a chiudere l’operazione, per 9 miliardi di lire. In bianconero «Pitbull» (così l’aveva soprannominato Van Gaal) vinse tre scudetti, sempre da protagonista. In quegli anni Davids fu uno dei migliori «mastini» di centrocampo d’Europa, il suo gioco faceva leva sull’aggressività, il dinamismo e la capacità di ribaltare immediatamente l’azione. Se ne andò nel 2004 (troppi i dissapori con Lippi), sei mesi in prestito al Barcellona e poi l’Inter, dove però il guerriero aveva perso la sua forza agonistica, piedistallo di tutta una carriera. Del Pitbull versione Juve i tifosi ricordano anche gli occhiali che indossava per via di un glaucoma, l’amicizia con Zidane (ha raccontato Davids che talvolta la sera si fermavano a giocare con ragazzi, spesso immigrati, che tiravano calci al pallone nelle piazzette o nei parchi di periferia), il passaggio in tribunale con altri colleghi per la storia del «Viva Lain» e la squalifica per doping (nandrolone, quattro mesi di stop).
Carattere completamente diverso quello di Edwin van der Sar, il portierone timido che alla Juve rimase solo un biennio (1999-2001) perdendo due scudetti, contro la Lazio - nel diluvio universale di Perugia - e contro la Roma (non fu ineccepibile nella sfida di ritorno contro la Roma, quando si fece sfuggire un tiro di Nakata che poi Montella ribadì in rete spegnendo le ambizioni bianconere). Van der Sar vinse molto prima (nove anni con l’Ajax, quattro titoli di Eredivisie e una Champions) e anche dopo, con il Manchester United (quattro Premier League e una Champions), confermandosi uno dei più affidabili portieri di quegli anni e il 2° olandese (dopo Sneijder) con più presenze in nazionale (130). E’ stato lui il primo portiere straniero dei bianconeri e ha lasciato comunque un buon ricordo. Se Davids ha vissuto a Torino le sue stagioni migliori, così non si può dire del portierone olandese, che però - vale la pena ricordarlo - venne sempre difeso dal suo allenatore dell’epoca, Ancelotti. Oggi il quasi cinquantenne Van der Sar (li festeggia ad ottobre) è un signore distinto che occupa il ruolo di direttore generale nell’Ajax e ricorda sempre con grande affetto i suoi due anni alla Juventus.