La Juve a Siena:|Giornata particolare
A Siena, dove ci gioca oggi pomeriggio, la Juve è un po’ di casa, e mica solo perché anche qui le pareti sono bianconere, ma per come vanno quasi sempre a finire i viaggi: sette vittorie in otto partite, 16 gol fatti e tre presi, sono da località di ristoro più che da anfratto d’imboscate. Una sola sconfitta, zero pareggi: non è terra di patteggiamenti, il che piacerebbe anche ad Antonio Conte. Qui vuol tornare alla vittoria esterna la Juve, dopo il pari di Firenze, e anche per dimenticare in fretta l’altro pareggio, con lo Shakhtar. Ma se l’Europa non è l’Italia, l’insegna che molti hanno appeso in settimana, varrà anche in senso contrario.
S’annuncia dunque una giornata particolare, per i bianconeri, juventini, e Conte, un altro che annusa aria di cara dimora: l’anno scorso tornò da trionfatore, dopo aver riportato in serie A le contrade con un campionato strepitoso, la stagione precedente. Con il senno di poi, suo malgrado, s’è rivelata pure terreno di inattesi guai, con l’inchiesta sul calcio scommesse e quel Siena nel burrone. Ancora adesso, per il tecnico, una storia assurda e senza senso: Carrobbio da una parte, il resto della squadra dall’altra. Di quella tribù sono rimasti nove giocatori, tanto altro è cambiato. In ogni caso, a Siena, Conte ci ha lavorato e vissuto bene: primi passi come assistente di De Canio, nel 2005, poi da capo cantiere. La casa in centro, a Porta Camollia, il cappuccino al bar Perù, e qualche sosta in birreria, la sera, dopo le camminate in piazza del Campo. Gran rapporto con i tifosi, che lo fermavano per strada e lui disposto pure a spiegare le partite. Intesa anche con la fetta più calda del popolo, i “Fedelissimi”, che gli offrirono una serata con frittelle e nutella. Non sarà una festa in campo, avverte Claudio Filippi, cui anche ieri è toccato officiare la vigilia: «La partita sarà molto complicata - spiega il preparatore dei portieri - perché è una squadra che ha fatto otto punti, e che sarebbe quinta in classifica in questo momento. Avrebbe gli stessi punti della Fiorentina e della Roma».
Tenere alta la tensione fa un po’ parte del manuale, come lucidare il nemico: «Siamo convinti che sia una squadra in grande salute: ha la terza difesa del campionato, ha fatto già sette gol, con una vittoria prestigiosa con l’Inter, e ha tenuto testa alla Lazio nell’ultima partita. E in casa ha sempre fatto ottime prestazioni».
Le stesse che dovrà continuare a garantire la Juve, che ora sa almeno quando riavrà Conte a bordo pista. Anche se, conoscere la data di fine squalifica, pare non inciderà granché, sostiene Filippi: «So solo che in tutto questo periodo abbiamo lavorato bene, perché il mister è sempre presente, perché ci dà la sua energia ogni volta, e questa è una sua qualità indiscutibile». Andrà meglio solo quando Conte riapparirà sul prato: «Rispetto a qualche giorno fa, ora non cambia niente». Non resta che fargli un regalo, nell’attesa: «E per i calciatori penso sia facilissimo: andare forte, lavorare forte, essere sempre sul pezzo negli allenamenti e nelle partite. Questo è il regalo più grande che gli possiamo fare».
In caso contrario, s’arrabbierebbe, e di brutto. A Siena ne sanno qualcosa, se una delle conferenze stampa di Conte diventò pezzo rap, dopo uno dei rari passi falsi di quella stagione: «Le critiche mi danno più forza e avvelenamento - tuonò - ma poi non salga nessuno su quel c... di carro. Gufi state a casa». Chissà che avrebbe detto dopo l’arena silenziosa di Juve-Shakhtar.