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  • La guerra del Golfo a Parigi: il fondo del Bahrein compra quote del Paris FC, lanciata la sfida al Psg qatariota

    La guerra del Golfo a Parigi: il fondo del Bahrein compra quote del Paris FC, lanciata la sfida al Psg qatariota

    Un'altra luce si accende nella Ville Lumiere. Parte dalla Tour Eiffel, investe il calcio e si spinge fino a sei mila chilometri di distanza, fino al Golfo Persico, dove il pallone è solo un mezzo per ribadire chi è più forte. E' notizia di questi giorni l'acquisto del 20% delle azioni del Paris FC da parte del fondo d’investimento sovrano del Bahrein, che inizialmente supporterà le ambizioni sportive del manager francese Pierre Ferracci, la cui famiglia è molto vicina al presidente Macron.

    L’operazione, secondo i ben informati, è solo l'inizio di una scalata, che potrebbe portare in breve tempo al controllo totale del club parigino da parte dello stato arabo, che metterà a disposizioni fin da subito un ricco budget per traguardi, fino a oggi, utopici. L'idea iniziale è quella di portare il Paris FC, che quest'anno ha evitato la retrocessione in National, la terza divisone francese, in Ligue 1 entro tre anni (non ci gioca da 40 anni), per poi fare la 'guerra' al Paris Saint-Germain, dei nemici qatarioti. Il vero grande obiettivo.

    Ufficialmente il Bahrein entra nel Paris FC (l'ente turistico ne diventa lo sponsor principale) "per aumentare l’esposizione e per promuovere la scoperta di un paese piccolo ma ambizioso", in realtà è solo l'ultimo capitolo di una guerra tra Bahrein e Qatar, che ha risvolti politici ed economici. I rapporti tra i due Stati sono tesi da anni e sono diventati pessimi dal 2018, quando il Bahrein, insieme ad Arabia Saudita, Egitto ed Emirati Arabi ha imposto un embargo al Qatar, accusato di sostenere il terrorismo e di avere stretti rapporti con l'Iran. ​Tutto questo - scrive Il Post - ha obbligato la famiglia regnante del Qatar a investire 50 miliardi di dollari del fondo sovrano nazionale e delle riserve finanziarie nel settore bancario, per proteggere il tasso di cambio e per far fronte ai danni causati dal blocco.

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