Calciomercato.com

  • Getty Images
    Inter: via Icardi, nessuna tragedia

    Inter: via Icardi, nessuna tragedia

    • Pasquale Guarro
    Ci sono cose che spaventano a prescindere, a volte per scarsa memoria, altre perché si ha poco tempo di approfondire. Ci sono dinamiche che influiscono sugli stati d’animo. Succede anche nel calcio. Così quando si parla di “grande” cessione si riesce a cogliere solo l’accezione negativa della locuzione, come se irrimediabilmente tale strada conducesse allo strapiombo, come se il calcio non avesse già ampiamente spiegato che non esistono certezze. 

    DOVE SI NASCONDE LA PAURA - “Senza Champions l’Inter sarà costretta a vendere qualche pezzo da novanta”. In questa asserzione, tra l’altro vera, si nascondono le paure più grandi dei tifosi nerazzurri. Forse perché “al futur non v’è certezza” o perché i cambiamenti sono veicolo di preoccupazioni, ma sta di fatto che la “tragedia” non è l’unica conseguenza da prendere in considerazione a tale evento, anzi. Perché ciò che conta - sembrerà banale dirlo - è la programmazione, le idee, la competenza. Di giocatori forti ne è pieno il mondo, di forti e sconosciuti anche

    PRIMA DEGLI ALTRI - In questo preciso momento storico, l’Inter non ha i ricavi di Bayern, Barcellona o Real Madrid. É un dato di fatto. Di conseguenza il modus operandi del club di corso Vittorio Emanuele non può essere lo stesso delle società poc’anzi citate. Nel primo caso si scelgono giocatori all’apice, nel secondo, quello che riguarda da vicino l’Inter attuale, giocatori che dì li a breve saranno pronti a consacrarsi. Il difficile sta nell’arrivare prima degli altri suI profili giusti. La Roma che da qualche anno lotta per i vertici del campionato italiano ha digerito le cessioni di Marquinhos e Lamela prima e Benatia poi. Sabatini che prima era sulla graticola, poi è divenuto un mostro sacro. 

    EDER-MELO FUORI DAL CORO - L’Inter ha intrapreso il percorso virtuoso, lo ha fatto concentrandosi su giovani come Brozovic, Perisic, Kovacic, Murillo, Icardi ecc. Seguendo questa direzione diventa difficile spiegare acquisti come quelli di Eder e Melo, che somigliano più a capricci che a reali esigenze. Ecco perché Ausilio si muove seguendo la stessa traiettoria: piacciono Milik, Brekalo, Haller e Soriano. Evidente che serva anche esperienza e allora ecco Banega a riequilibrare l’ago a metà tra entusiasmo giovanile e la freddezza del calciatore smaliziato. Dalle grandi cessioni possono nascere grandi squadre, ma occorrono coraggio e competenza.

    Altre Notizie