La fuga di Donnarumma e Gollini, gli arrivi di Maignan e Rui Patricio: il portiere italiano è in via di estinzione
E' innegabile, e non da oggi, che l'acquisto di un grande centravanti o di un centrocampista che abbia magari una certa dimestichezza col gol suscitino maggiori attenzioni presso tifosi e addetti ai lavori, ma c'è un mercato molto sottovalutato che sta prendendo forma in queste settimane, quello dei portieri, che in Serie A sta andando a sconvolgere sempre di più un vecchio cliché come quello della scuola italiana.
NUOVE TENDENZE - Maignan per il Milan chiamato a colmare il vuoto lasciato da un certo Donnarumma, l'Atalanta che libera Gollini per rinforzarsi con Musso, l'Inter e la Juve che insistono con Handanovic e Szcesny e la Roma che, scottata dallo spagnolo Pau Torres, decide ugualmente di perseguire la strada esterofila e si affida all'esperienza di Rui Patricio. Sono questi soltanto alcuni degli esempi più eclatanti di come il ruolo del numero uno parli sempre più straniero nel nostro campionato. Se le gerarchie di oggi saranno confermate nei fatti, si va verso 13 squadre di Serie A con un portiere titolare proveniente da un altro Paese: un dato che negli ultimi tempi ha segnato un costante incremento, se si considera che soltanto due anni fa il conteggio si arrestava a quota 8. E fa ancora più effetto che, tra le cosiddette big, solamente il Napoli decida di puntare sull'italianità di Alex Meret. Un aspetto significativo che evidenzia come, di pari passo con la perdità di competitività del nostro torneo nazionale rispetto ai colossi al di fuori della Penisola, l'Italia possa convertirsi a breve come realtà esportatrice anche dei suoi migliori portieri. E se Gollini è già un habitué in tal senso (aveva già giocato in Inghilterra con United e Aston Villa), il fatto che il portiere titolare della Nazionale campione d'Europa lasci la Serie A per andare a giocare al Paris Saint-Germain rappresenta un'assoluta novità negli anni Duemila.
LE ISOLE FELICI - Le squadre più blasonate hanno preso ormai un'altra strada, ma recentemente il trend si è esteso alle formazioni di medio-bassa classifica: in gran parte dei casi è sufficiente parlare di continuità - come insegnano i casi di Skorupski/Bologna, Dragowski/Fiorentina o Reina/Lazio - e così rimangono soltanto alcune isole felici, come il Cagliari che continuerà a portare avanti la tradizione con Cragno o il Genoa, pronto a passare da Perin a Sirigu, e la Samp con la certezza Audero; c'è chi poi, come l'Udinese, ha deciso di abbandonare la strada della valorizzazione di grandi talenti tra i pali in arrivo da fuori (Musso ha seguito in tal senso la strada tracciata da Handanovic molti anni fa) per ritornare ad un portiere come Silvestri reduce da due grandi campionati con l'Hellas e dunque perfettamente a suo agio con la realtà del nostro campionato. Sono cambiati i tempi e, con essi, le regole del mercato: anche il portiere non è più un'eccellenza soltanto italiana e la nostra Serie A ha deciso di seguire la moda.
NUOVE TENDENZE - Maignan per il Milan chiamato a colmare il vuoto lasciato da un certo Donnarumma, l'Atalanta che libera Gollini per rinforzarsi con Musso, l'Inter e la Juve che insistono con Handanovic e Szcesny e la Roma che, scottata dallo spagnolo Pau Torres, decide ugualmente di perseguire la strada esterofila e si affida all'esperienza di Rui Patricio. Sono questi soltanto alcuni degli esempi più eclatanti di come il ruolo del numero uno parli sempre più straniero nel nostro campionato. Se le gerarchie di oggi saranno confermate nei fatti, si va verso 13 squadre di Serie A con un portiere titolare proveniente da un altro Paese: un dato che negli ultimi tempi ha segnato un costante incremento, se si considera che soltanto due anni fa il conteggio si arrestava a quota 8. E fa ancora più effetto che, tra le cosiddette big, solamente il Napoli decida di puntare sull'italianità di Alex Meret. Un aspetto significativo che evidenzia come, di pari passo con la perdità di competitività del nostro torneo nazionale rispetto ai colossi al di fuori della Penisola, l'Italia possa convertirsi a breve come realtà esportatrice anche dei suoi migliori portieri. E se Gollini è già un habitué in tal senso (aveva già giocato in Inghilterra con United e Aston Villa), il fatto che il portiere titolare della Nazionale campione d'Europa lasci la Serie A per andare a giocare al Paris Saint-Germain rappresenta un'assoluta novità negli anni Duemila.
LE ISOLE FELICI - Le squadre più blasonate hanno preso ormai un'altra strada, ma recentemente il trend si è esteso alle formazioni di medio-bassa classifica: in gran parte dei casi è sufficiente parlare di continuità - come insegnano i casi di Skorupski/Bologna, Dragowski/Fiorentina o Reina/Lazio - e così rimangono soltanto alcune isole felici, come il Cagliari che continuerà a portare avanti la tradizione con Cragno o il Genoa, pronto a passare da Perin a Sirigu, e la Samp con la certezza Audero; c'è chi poi, come l'Udinese, ha deciso di abbandonare la strada della valorizzazione di grandi talenti tra i pali in arrivo da fuori (Musso ha seguito in tal senso la strada tracciata da Handanovic molti anni fa) per ritornare ad un portiere come Silvestri reduce da due grandi campionati con l'Hellas e dunque perfettamente a suo agio con la realtà del nostro campionato. Sono cambiati i tempi e, con essi, le regole del mercato: anche il portiere non è più un'eccellenza soltanto italiana e la nostra Serie A ha deciso di seguire la moda.