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'La Fiorentina ha il terrore negli occhi', ma tocca a Italiano porre rimedio: questa squadra l'ha costruita anche lui
Per la Fiorentina non è consolatorio nemmeno il detto “mal comune mezzo gaudio”, perché la terrificante labbrata presa dalla Lazio in Danimarca lascia comunque la squadra di Sarri al primo posto del girone insieme alle altre tre concorrenti, tutte a 3 punti. Alla Fiorentina invece il disastro di Istanbul lascia l’ultimo posto del girone in coabitazione col Rfs Riga, 285a formazione nella classifica Uefa, con un solo punto ma con altri due lati negativi: nello scontro diretto i lettoni hanno pareggiato in trasferta a Firenze e come differenza-reti generale sono a -2 e i viola a -3.
Il problema è che non è questo il problema, almeno non solo questo, lo 0-3 al “Fatih Terim” di Istanbul, davanti allo sguardo incredulo dell’ex allenatore viola a cui è stato intitolato lo stadio del Basaksehir e neppure l’ultimo posto nel girone dell’ultima coppa europea. Il problema è quanto dichiarato a fine partita da Vincenzo Italiano: "Mi dispiace, non so sinceramente come dobbiamo cercare di rimediare a questa situazione che ci penalizza". Un ex grande giocatore della Fiorentina, vincitore dello scudetto in altre piazze, uno che capiva (e capisce) il calcio come pochi, durante la partita mi ha mandato un messaggio: "Guarda le facce dei viola, hanno il terrore negli occhi". Il terrore contro una buona squadra turca ben diretta dall’ex interista Emre, pochi fronzoli, molta sostanza e primo posto a punteggio pieno con 7 gol fatti e 0 subiti.
A Istanbul ci sono stati due tipi di disastro. Il primo tecnico: nei primi 45', chiusi sullo 0-0, la partita è stata tecnicamente un’indecenza, la Fiorentina ha fatto il primo tiro in porta dopo 27 minuti, una conclusione debole e centrale di Saponara parata facilmente da Sengezer. Il secondo psicologico: preso il primo gol da Gurler dopo 12' (e dopo un paio di avvisaglie), la Fiorentina è uscita dal campo. Fine di tutto, o meglio, fine di quel poco, pochissimo, che aveva mostrato nel primo tempo, quel lento, noioso, fastidioso e prevedibile giro-palla difensivo. Si è spenta una luce che l’anno scorso, in un campionato fantastico per gioco e risultato, era più forte dei riflettori di San Siro. E’ vero che le bollette sono aumentate, ma la Fiorentina ha esagerato nel risparmio.
I killers dei social hanno già cominciato: via Italiano. No. Sbagliato. Italiano deve restare perché questa squadra l’ha creata lui insieme a Pradé e Barone, anche con i soldi della cessione di Vlahovic (75 milioni: Commisso nell’ultima conferenza ha detto che è stata un’operazione fenomenale, citando gli esempi di chi si è svincolato a 0 euro come Belotti e Dybala, ma dimenticando chi ha preso al posto del serbo, ovvero un fantasma come Cabral e un centravanti come Jovic che non giocava da quasi tre anni). In tutta la sua fresca carriera a Italiano non era mai capitato un periodo del genere, per merito suo col Trapani, lo Spezia e la Fiorentina era state tutte rose e fiori. Ora solo spine e tocca a lui, solo a lui, toglierne una per una dai mollicci piedi dei viola.
Il problema è che non è questo il problema, almeno non solo questo, lo 0-3 al “Fatih Terim” di Istanbul, davanti allo sguardo incredulo dell’ex allenatore viola a cui è stato intitolato lo stadio del Basaksehir e neppure l’ultimo posto nel girone dell’ultima coppa europea. Il problema è quanto dichiarato a fine partita da Vincenzo Italiano: "Mi dispiace, non so sinceramente come dobbiamo cercare di rimediare a questa situazione che ci penalizza". Un ex grande giocatore della Fiorentina, vincitore dello scudetto in altre piazze, uno che capiva (e capisce) il calcio come pochi, durante la partita mi ha mandato un messaggio: "Guarda le facce dei viola, hanno il terrore negli occhi". Il terrore contro una buona squadra turca ben diretta dall’ex interista Emre, pochi fronzoli, molta sostanza e primo posto a punteggio pieno con 7 gol fatti e 0 subiti.
A Istanbul ci sono stati due tipi di disastro. Il primo tecnico: nei primi 45', chiusi sullo 0-0, la partita è stata tecnicamente un’indecenza, la Fiorentina ha fatto il primo tiro in porta dopo 27 minuti, una conclusione debole e centrale di Saponara parata facilmente da Sengezer. Il secondo psicologico: preso il primo gol da Gurler dopo 12' (e dopo un paio di avvisaglie), la Fiorentina è uscita dal campo. Fine di tutto, o meglio, fine di quel poco, pochissimo, che aveva mostrato nel primo tempo, quel lento, noioso, fastidioso e prevedibile giro-palla difensivo. Si è spenta una luce che l’anno scorso, in un campionato fantastico per gioco e risultato, era più forte dei riflettori di San Siro. E’ vero che le bollette sono aumentate, ma la Fiorentina ha esagerato nel risparmio.
I killers dei social hanno già cominciato: via Italiano. No. Sbagliato. Italiano deve restare perché questa squadra l’ha creata lui insieme a Pradé e Barone, anche con i soldi della cessione di Vlahovic (75 milioni: Commisso nell’ultima conferenza ha detto che è stata un’operazione fenomenale, citando gli esempi di chi si è svincolato a 0 euro come Belotti e Dybala, ma dimenticando chi ha preso al posto del serbo, ovvero un fantasma come Cabral e un centravanti come Jovic che non giocava da quasi tre anni). In tutta la sua fresca carriera a Italiano non era mai capitato un periodo del genere, per merito suo col Trapani, lo Spezia e la Fiorentina era state tutte rose e fiori. Ora solo spine e tocca a lui, solo a lui, toglierne una per una dai mollicci piedi dei viola.