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    La Fifa è uno scandalo continuo: ci vorrebbe il Museo della Trasparenza

    La Fifa è uno scandalo continuo: ci vorrebbe il Museo della Trasparenza

    • Pippo Russo
    La Fifa è uno scandalo continuo. L’ultimo in ordine di tempo riguarda il World Football Museum, una delle faraoniche eredità della gestione Blatter. Inaugurato a Zurigo lo scorso febbraio, si è già rivelato un flop clamoroso. Tanto da farne prospettare la chiusura. Il fallimento è tutto nelle cifre. Per rendere la struttura economicamente compatibile servirebbe un flusso annuo di visitatori da 250 mila persone. Le cifre effettive sono state ben diverse, e parlano di circa 100 mila visitatori. Molto al di sotto delle proiezioni, quanto basta per lasciar intendere che lo scorcio di tempo mancante al compimento del primo anno di vita non permetterà di avvicinarsi alla cifra auspicata.

    Un fiasco del genere non poteva che ripercuotersi sui conti. Costato 140 milioni di franchi svizzeri, il Museo Fifa è già in rosso per 28 milioni di euro. Così ha comunicato la sua portavoce, Delia Fisher, aggiungendo che di questo passo la chiusura sarebbe l’unica soluzione possibile. Soluzione drastica, che aggiungerebbe spreco a spreco. Davvero non ci sarebbe la possibilità di rendere economicamente compatibile un’istituzione culturale che, vista l’importanza del calcio come fenomeno sociale, arriva in clamoroso ritardo? A dire il vero, un tentativo di mettere riparo alla situazione si sta facendo. Dell’operazione è stato incaricato Zvonimir Boban, piazzato dal presidente Gianni Infantino nel ruolo di vice segretario generale della confederazione mondiale. Per svolgere la missione, A Boban è stata affiancata Evelina Christillin, da poco cooptata nel board della Fifa. Sì, forse è meglio chiuderlo subito ‘sto museo.

    Piuttosto, bisognerebbe aprirne un altro. Un bel Museo della Trasparenza Fifa. Sarebbe a costo zero o giù di lì, tanto più che i veri costi sarebbero quelli che racconterebbe, non quelli che produrrebbe. E potrebbe cominciare raccontando lo spreco dello stesso World Football Museum, e il modo in cui si è riusciti a accumulare un passivo di 28 milioni in pochi mesi. Non era facile, bisogna davvero essere dei geni del male per raggiungere un esito del genere. Illustrare per intero il percorso di questo spreco sarebbe un vero servizio pubblico, l’atto di reale apertura che da tempo viene richiesto a una delle organizzazioni più opache al mondo.

    E ce ne sarebbe di che esporre, in un Museo della Trasparenza Fifa. A cominciare dalla versione integrale del Rapporto Garcia, l’indagine sulle assegnazioni dei Mondiali di Russia 2018 e Qatar 2022. Il documento di 430 pagine se ne sta chiuso in un cassetto, e fin qui la Fifa s’è ben guardata dal renderlo pubblico. E delle carte sul fallimento della International Sport and Leisure (ISL), l’agenzia di marketing e commercializzazione dei diritti televisivi il cui fallimento nel 2001 mise a rischio i conti Fifa, sapremo mai qualcosa? E del modo in cui sono stati erogati e poi utilizzati i denari dei mitici “progetti di sviluppo”? I materiali da esporre non mancano. E sarebbero pure più interessanti dei cimeli pallonari custoditi nel World Football Museum, che è già un fiasco dopo nemmeno un anno di vita. Il presidente Infantino se la sentirebbe di prendere in considerazione un’idea del genere?

    @pippoevai

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