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La favola di Daniel, gli occhi lucidi di Paolo e una dinastia che è leggenda: il Milan sogna nel segno dei Maldini
Una favola, non si può definirla altrimenti. Quella di Daniel Maldini e di un Milan sempre più giovane che continua a vincere e a coltivare sogni di gloria grazie anche all'esordio dal primo minuto con gol del terzo rappresentante di una dinastia che è storia del calcio italiano e mondiale. A 13 anni e 179 giorni di distanza dall'ultima rete in Serie A di papà Paolo e a 60 anni e 22 giorni dall'ultima prodezza di nonno Cesare, un altro Maldini ha lasciato il segno, smentendo anche chi aveva accolto con scetticismo la scelta di Stefano Pioli di lanciarlo dall'inizio in un match delicato come quello con lo Spezia.
LA STRATEGIA - In un inizio di stagione che il giovane attaccante rossonero non dimenticherà tanto in fretta - c'è anche l'esordio in Champions League contro il Liverpool ad Anfield, in un tempio nel quale il padre e il nonno non si sono mai esibiti - ha trovato un allenatore che non ha paura a prendersi dei rischi e a sposare coi fatti la filosofia della società, che sui talenti in odore di crescita ha deciso di puntare con convinzione. Meglio ancora se prodotti in casa. A differenza di Colombo o Pobega, mandati in giro per l'Italia a farsi le ossa e a giocare con quella continuità necessaria per ripresentarsi a Milanello con maggiori credenziali per ambire ad una maglia, per Daniel Maldini è stato scelto un percorso differente. Restare al fianco dei campioni e degli elementi di maggiore esperienza che figurano soprattutto nel reparto offensivo e provare a carpire qualche segreto per dimostrare di poterci stare a questi livelli.
GLI OCCHI LUCIDI DI PAOLO - 6 febbraio 1955, 4 gennaio 1987, 25 settembre 2021: date che resteranno scolpite nella pietra e nei libri di storia del Milan, i tre momenti che hanno segnato le prime reti nel campionato italiano di Cesare, Paolo e Daniel Maldini. Oggi trova spazio principalmente questo e l'istantanea della gioia spontanea e contagiosa del papà, che per un attimo ha svestito i panni del dirigente per indossare quelli del genitore orgoglioso e commosso in occasione della rete del vantaggio rossonero. In attesa che - come hanno confermato nel post-gara Stefano Pioli e il protagonista di giornata - il ragazzo classe 2001 migliori ancora, comprenda ulteriormente certe dinamiche di gioco e si cali con ancora maggiore sicurezza in un contesto e in una realtà alla quale ora appartiene pure lui a pieno titolo. Una favola da raccontare, ma maledettamente vera.
LA STRATEGIA - In un inizio di stagione che il giovane attaccante rossonero non dimenticherà tanto in fretta - c'è anche l'esordio in Champions League contro il Liverpool ad Anfield, in un tempio nel quale il padre e il nonno non si sono mai esibiti - ha trovato un allenatore che non ha paura a prendersi dei rischi e a sposare coi fatti la filosofia della società, che sui talenti in odore di crescita ha deciso di puntare con convinzione. Meglio ancora se prodotti in casa. A differenza di Colombo o Pobega, mandati in giro per l'Italia a farsi le ossa e a giocare con quella continuità necessaria per ripresentarsi a Milanello con maggiori credenziali per ambire ad una maglia, per Daniel Maldini è stato scelto un percorso differente. Restare al fianco dei campioni e degli elementi di maggiore esperienza che figurano soprattutto nel reparto offensivo e provare a carpire qualche segreto per dimostrare di poterci stare a questi livelli.
GLI OCCHI LUCIDI DI PAOLO - 6 febbraio 1955, 4 gennaio 1987, 25 settembre 2021: date che resteranno scolpite nella pietra e nei libri di storia del Milan, i tre momenti che hanno segnato le prime reti nel campionato italiano di Cesare, Paolo e Daniel Maldini. Oggi trova spazio principalmente questo e l'istantanea della gioia spontanea e contagiosa del papà, che per un attimo ha svestito i panni del dirigente per indossare quelli del genitore orgoglioso e commosso in occasione della rete del vantaggio rossonero. In attesa che - come hanno confermato nel post-gara Stefano Pioli e il protagonista di giornata - il ragazzo classe 2001 migliori ancora, comprenda ulteriormente certe dinamiche di gioco e si cali con ancora maggiore sicurezza in un contesto e in una realtà alla quale ora appartiene pure lui a pieno titolo. Una favola da raccontare, ma maledettamente vera.