La favola del Cesena:| 'Ma non ci esaltiamo'
Milano Marittima, prima settimana di giugno. Alla festa per la promozione in serie A del Cesena, il presidente Igor Campedelli prende il microfono: "Ci apprestiamo a vivere la serie A, che per noi è un sogno. Veniamo da due campionati vinti e credo che non vinceremo il terzo, ma proveremo a divertirci". Risate in sala, poi imbraccia il microfono il presidente della Provincia di Forlì-Cesena Massimo Bulbi, uno che allo stadio ha lo stessa maschera inglese di Galliani dopo un gol di Pato o di Zamparini dopo un rigore negato. "Sono amico di Campedelli - precisa Bulbi - ma questa mancanza di ambizione un po' mi infastidisce. Dire in anticipo che non si può vincere il campionato non va mica bene".
Tre mesi e mezzo dopo, il Cesena è primo in classifica. Il fanalino di coda dei contributi televisivi (16 milioni, la Juve ne ottiene 94), la super-candidata alla B, la squadra che due anni fa di questi tempi batteva il Portogruaro alla terza giornata di Prima divisione e conquistava i primi tre punti dopo due sconfitte iniziali con Reggiana e Ravenna. E' cambiato il mondo ed è cambiato talmente in fretta che in fondo nessuno si esalta.