La dura legge del calcio. Caso Vieri: 'Giustizia Sportiva contro l'Inter? C'è la prescrizione'
Il caso Vieri-Inter può avere ripercussioni anche sul piano disciplinare sportivo?
Alla luce della sentenza del Tribunale di Milano di lunedì scorso vi è chi avvalla addirittura la possibilità di un'apertura di un procedimento disciplinare sportivo nei confronti dell'Inter con possibili implicazioni relative anche alle sorti del tanto contestato scudetto 2006.
Quanto vi è di plausibile e di veritiero? Procediamo con ordine, tenuto conto della delicatezza della vicenda. La recentissima decisione assunta dalla X sezione civile di Milano ha accertato, in primo grado, la responsabilità in solido del club nerazzurro e di Telecom per aver illecitamente violato la privacy di Christian Vieri, procurandogli un danno non patrimoniale quantificato in un milione di Euro (più interessi e spese legali).
Senza qui entrare nel merito della vicenda giudiziaria, tenuto conto della complessità generale del caso Telecom e del numero di soggetti coinvolti, è qui interessante approfondire gli eventuali sviluppi a livello di giustizia sportiva.
Ad aprire il dibattito vi ha pensato lo stesso legale di Vieri, il quale ha dichiarato la volontà di inoltrare la sentenza alle competenti autorità federali affinché possano assumere le determinazioni del caso. La norma tirata in ballo sarebbe anche questa volta il celeberrimo articolo 1 del Codice di Giustizia Sportiva, il quale sancisce un obbligo di comportamento per tutti i soggetti appartenenti all'ordinamento sportivo conforme ai principi "di lealtà, correttezza e probità in ogni rapporto comunque riferibile all’attività sportiva".
Ma una volta ricevute le carte del Tribunale di Milano, che utilizzo potrebbe farne il Procuratore Palazzi?
Ebbene, aldilà di un'effettiva rilevanza sul piano disciplinare sportivo dei comportamenti posti in essere dal club nerazzurro, un primo ostacolo è senz'altro rappresentato dal possibile intervento della prescrizione, trattandosi di attività illecite protrattesi fino al 2004. Scorrendo, infatti, il Codice di Giustizia Sportiva, il novellato articolo 25 - proprio a seguito dello scandalo di Calciopoli - prevede precisi termini prescrizionali, fino ad estendersi all'ottava stagione sportiva successiva a quella in cui è stato commesso l'ultimo atto diretto a realizzare l'infrazione disciplinare, qualora si tratti di illecito sportivo o di violazione della normativa antidoping.
La strategia difensiva di Vieri non è nuova a questo genere di iniziative anche sul piano della giustizia sportiva, tenuto conto di alcuni esposti già inviati alla Procura federale nel corso degli anni, il primo dei quali archiviato nel 2007 "non essendo emerse fattispecie di rilievo disciplinare procedibili ovvero non prescritte". Non vi è dubbio che tale nuovo sviluppo giudiziario non farà altro che alimentare ulteriori polemiche tra chi sostiene che la vicenda del 2006 debba essere ormai considerata definitivamente chiusa e chi, invece, lotta nel sostenere che sia venuta meno la posizione di limpidezza dell'Inter presupposto per l'assegnazione del titolo 2006 in base al parere dei 3 saggi che aveva guidato l'allora commissario straordinario Guido Rossi.
Dott. Edoardo Revello
Centro Studi Diritto Sport
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