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    La disperazione di un padre: perché mio figlio non gioca mai?

    La disperazione di un padre: perché mio figlio non gioca mai?

    • Jean-Christophe Cataliotti
    "Mio figlio è un calciatore professionista di 14 anni e gioca in difesa. Le scrivo perché vorrei avere un parere su quello che posso fare. Ogni domenica Marco è in panchina e ormai siamo verso la fine del campionato. Non ha mai giocato se non qualche partita in amichevole. La situazione è diventata insostenibile, va male a scuola, si è spento il suo sorriso e dice di non avere mai appetito; io e mia moglie temiamo soprattutto per la sua salute. Vorremmo cambiare società, ma il responsabile del settore giovanile ci ha risposto che è impossibile perché il ragazzo è vincolato alla società fino a 19 anni. Un amico di mio figlio però in un'altra società (dilettantistica) è riuscito a svincolarsi perché non è mai sceso in campo. Ma cos'è? Ci sono due pesi e due misure tra una società e l'altra? Come faccio a trovare un'altra squadra a mio figlio? Lo voglio vedere sereno, non mi importa che diventi chissà chi. Tutto qui. Spero in una sua gentile risposta".

    Ospito volentieri nella rubrica "Mollo tutto" ancora una volta la lettera di un genitore per una duplice serie di motivi: 1) le scontentezze dei figli e dei loro genitori vanno ascoltate; 2) occorre, però, avvertire gli stessi che le risposte ai loro interrogativi, a volte, possono facilmente rintracciarsi nelle norme federali.

    Così ho scritto al papà di Marco:

    Gentile Sig.
    suo figlio, innanzitutto, non è qualificabile come calciatore professionista avendo ancora 14 anni (solo al compimento del sedicesimo anno di età può essere, infatti, stipulato il primo contratto da professionista!), ma è, invece, da definire come "giovane di serie", cioè un calciatore che dal 14° anno di età ha assunto con la società di appartenenza (professionistica) un vincolo che durerà fino al termine della stagione sportiva in cui il calciatore compie anagraficamente il 19° anno di età. Ecco perché - al di là delle puntualizzazione terminologiche - le hanno detto che fino a 19 anni il ragazzo è vincolato, ed è ciò che stabilisce una norma federale (precisamente, l'art. 33). Veniamo ora al problema della scontentezza di suo figlio di essere sempre confinato in panchina. Come svincolarsi? Un amico di suo figlio è riuscito a ottenere lo svincolo per inattività? Non è una questione di due pesi e due misure, ma è una questione di norme diverse tra giovani dilettanti e giovani di serie. Nei dilettanti i giovani possono ottenere lo svincolo se non giocano (cioè se non abbiano preso parte, per motivi a loro non imputabili, ad almeno 4 gare ufficiali nella stagione sportiva). E' una norma - art. 109 - che si applica solo ai giovani dilettanti e non è estensibile ai "giovani di serie". Ha visto come sono importanti le definizioni e le relative norme? In poche parole suo figlio - essendo un giovane di serie - non può invocare l'applicazione dell'art. 109 per richiedere lo svincolo. Le do, a questo punto, un semplice consiglio. Parli con i dirigenti della società della situazione di suo figlio. Prima del calcio occorre tutelare il ragazzo, la sua serenità, la sua salute. La richiesta da fare è semplice: "vi chiedo di svincolare mio figlio!". Esiste, infatti, una norma - art. 107 - che consente a una società di rinunciare al vincolo del calciatore. Se dovessero risponderle che credono nel ragazzo e che arriverà prima o poi la chance per Marco di giocare da titolare si sforzi di credere a queste parole. Ma se a queste ultime non dovessero ancora seguire i fatti, in alternativa allo svincolo (le diranno che il ragazzo è patrimonio della società), non le resterà che cercare di richiedere che venga dato in prestito, anche a costo di andare a giocare in una squadra di seconda fascia. Solo così, forse, suo figlio potrà ritrovare il sorriso, i bei voti a scuola e l'appetito!

    Jean-Christophe Cataliotti - www.footballworkshop.it 

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