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    La delusione di Flachi: 'Mi aspettavo qualcosa in più dalla Fiorentina'

    La delusione di Flachi: 'Mi aspettavo qualcosa in più dalla Fiorentina'

    Quest pomeriggio, il giorno dopo la sconfitta in semifinale di Coppa Italia della Fiorentina contro la Juventus, L’ex viola e Sampdoria Francesco Flachi, che ieri ha assistito alla partita dalla Curva Fiesole, ha commentato la prestazione della squadra di Vincenzo Italiano. Queste le sue parole a Radio Bruno Toscana:
     
    “Ieri sera la Fiorentina ha perso una grande occasione, non ho visto quel furore agonistico che mi aspettavo: nonostante la Juventus fosse decimata, ai viola è mancata la forza di far gol. Sinceramente mi aspettavo qualcosa di più perché avevamo la possibilità concreta di ipotecare la finale. Italiano è riuscito a cambiare radicalmente questa squadra che adesso ha un gioco, ma alla fine se non segni è difficile avere la meglio su una squadra come i bianconeri. Sull'autogol c'è stata una pesante indecisione collettiva. L'uscita di Terracciano ha spiazzato Milenkovic che a sua volta ha spiazzato Venuti: il terzino credo sia quello che abbia meno colpe”.
     
    L’ex Sampdoria ha poi analizzato la prestazione dei singoli: “Ikonè è ancora giovane ma ha fatto una ottima partita: ha 23 anni, deve ancora imparare che cos’è il calcio italiano. Nell’occasione del palo ha scelto la soluzione più normale, anche se in alternativa si può cercare anche di metterla bassa invece che a mezza altezza. In casi come questi occorre avere pazienza e dargli tempo. Il progetto Fiorentina è partito, l’ossatura c’è, ma serve anche qualcos’altro. Torreira ieri è stato fenomenale e per me resta un ottimo giocatore, ma non è un play secondo me: in quel ruolo prenderei un altro giocatore. Da attaccante posso dire che ho visto un Piatek troppo isolato: i centrocampisti viola devono essere bravi ad accompagnarlo in ogni azione, anche in fase di pressing. Nel gioco di Italiano gli esterni d’attacco giocano molto larghi, è per questo che sprecano molte occasioni: arrivano alla conclusione poco lucidi”.

    Poi un pensiero a Batistuta, presente anch’egli al Franchi:  “L’esempio può essere proprio Batigol. Quando arrivò a Firenze era molto grezzo tecnicamente, poi col lavoro si migliora e lui è diventato uno degli attaccanti più forti. Sta al giocatore avere la volontà di migliorarsi”.
     

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