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La carica di Palermo, i dubbi su Chiellini, il rigorista e il flop di Ventura. Mancini e un'Italia che non può fallire
LO SPETTRO DELL'ELIMINAZIONE - E l'insidia più grande anche considerando le parole proprio del ct che del capitano Giorgio Chiellini oggi in conferenza stampa, è rappresentata proprio da quel nefasto precedente contro la Svezia che costò 4 anni fa il Mondiale all'Italia allora di Ventura in panchina, ma anche di molti dei componenti di questo gruppo. Una rosa allargata di 33 giocatori, per cui la parola d'ordine è "gioco e pazienza", per evitare di farsi sopraffare dalle emozioni che proprio quella cocente eliminazione porta con sé e può condizionare molti dei convocati. Non è un caso, infatti che i due protagonisti di oggi abbiano provato a mettere in un angolino quel macigno: "cerchiamo di non fare la storia in negativo" e ancora "quell'esperienza ci rende più maturi e consapevoli".
LA CARICA DI PALERMO - A fare da contraltare, ma anche da miccia accesa in caso di difficoltà, c'è sicuramente l'incredibile entusiasmo che si vive e respira in una Palermo che ha risposto presente per supportarte questa Nazionale. Ci sarà il tutto esaurito con la capienza portata nuovamente e per la prima volta al 100% di un Barbera che si preannuncia infuocato. La Figc ha scelto una piazza "fortunata" con la Favorita che vede gli Azzurri in striscia positiva di vittorie da 6 gare e in cui ha conquistato 13 vittorie in 15 sfide. La città rosanero si sta lentamente tingendo d'Azzurro ed è pronta a spingere con il proprio comprovato calore.
CHIELLINI E RIGORISTA - Mancini in sostanza non può fallire, e poco serve ricordare al mondo come il ct abbia di fatto avuto solo 4 giorni, di cui solo 1 di lavoro pieno con i suoi convocati. Per questo ogni scelta è stata ponderata al 100%, tralasciando esperimenti come quelli di un ritorno in azzurro di Balotelli o di convocazioni di ragazzi al momento fuori dal giro. Solo Bonucci non dà oggi certezze sullo status fisico e lavora al massimo per esserci nell'eventuale finale. Chiellini è e resta il dubbio più grande di formazione, ma il capitano che sta bene potrebbe essere risparmiato in vista dell'eventuale finale perché una ricaduta contro la Macedonia del Nord potrebbe condizionare la finalissima e non solo. L'altro dubbio è invece quello di colui che, all'occorrenza, si troverà a calciare un eventuale calcio di rigore. Sì, proprio i penalty che, sbagliati da Jorginho sia all'andata che al ritorno con la Svizzera, sono costati all'Italia la qualificazione diretta al Mondiale. Se ci sarà un rigore chi lo tirerà? Mancini ha fatto capire che una scelta netta lui non la prenderà e, probabilmente, se Jorginho se la sentirà sarà ancora lui il prescelto. Le alternative non mancano, da Berardi a Insigne e, soprattutto Ciro Immobile. La punta laziale è l'aternativa più credibile, con la speranza che il gol, dai suoi piedi, possa arriva anche prima, su azione, per concedere agli Azzurri una fiducia allontana fantasmi.