L'uomo e la sofferenza: 'Quagliarella. The untold truth' è da brividi. Bonucci e papà Vittorio da applausi
Un viaggio dalla terra battuta di Castellammare fino ad arrivare agli stadi più belli d'Italia e d'Europa, passando per gli abbonamenti di papà Vittorio per Juve Stabia e Napoli: "La domenica non l'ho mai visto in vita mia", scherza (ma neanche più di tanto) mamma Susanna, le sfide col fratello più grande Vittorio, il vuoto lasciato in casa per inseguire un sogno, i solchi sulle strade e sui campi di calcio per farsi rincorrere dagli avversari. Sì, perché Fabio correva veloce, tanto che nelle gare di corsa... "Ah, c'è Quagliarella? Si lotta per il secondo posto...". Il Torino, la Juve, l'Ascoli, il primo gol in Serie A, il Mondiale, i messaggi di Conte, Lippi, Giampaolo, Buffon, Viviano, De Silvestri, Soriano; la Samp. E il Napoli. La squadra del suo cuore. Dove il cuore, per colpa di altri, si è spezzato.
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I racconti che entrano nel quotidiano, tutto iniziato da un accesso sospetto su Facebook. E dal fidarsi della persona sbagliata. Lettere, minacce, messaggi mandati da una cabina telefonica e poi l'intuizione di papà Vittorio, che inizialmente non viene quasi mai ascoltato. E che, invece, aveva capito tutto prima di tutti. Una storia profonda quella raccontata da Goffredo d'Onofrio, con la voce di Quagliarella, prodotta da Mola tv, proiettata lunedì alla sala Grecale dei Magazzini del Cotone di Genova. Un'opera che commuove e che regala brividi. Gli stessi che ha trasmesso l'emozionato Quagliarella sul palco nel finale. Che si è fatto aiutare dagli applausi di un amico, suo compagno di stanza per 4 anni, per ritrovare le parole dentro di sé. E per sentirsi ancora più libero.