AFP/Getty Images
L'ultimo atto di Buffon: come Zidane
L'uscita di scena è di quelle che non vorresti mai vedere, ma che hai la sensazione di avere già visto. Il finale è lo stesso, cosa porta a quel finale è completamente diverso. Gigi Buffon che esce dal terreno di gioco del Santiago Bernabeu dopo aver perso la testa è un qualcosa di dannatamente simile all'ultimo atto della carriera di Zinedine Zidane nella notte di Berlino. Magica per gli azzurri e per Buffon, stregata per Zizou. Il tutto si riverifica, in maniera uguale e diversa, proprio durante l'ultimo incrocio tra le due leggende. E senza tornare indietro di dodici anni, orgoglio e rabbia si fondono insieme in questa uscita di scena del capitano bianconero.
TESTA ALTA, TESTA BASSA - Nemmeno lo sceneggiatore più abile e sadico del mondo avrebbe potuto scrivere una tale storia, calcisticamente parlando. Al netto di tutte le parole, gli elogi e le critiche degli ultimi mesi, al Bernabeu ecco che Buffon è stato campione e capitano come nessun altro avrebbe potuto essere. Bravo e fortunato per oltre novanta minuti, comunque insuperabile: quello che serviva. E carico. Lui sì che ci credeva, come la Juve tutta anche grazie a lui. Gli sguardi, le urla, le smorfie: occhi negli con i compagni e gli avversari, con tutti i suoi tifosi. Una carica indescrivibile, inarrivabile. Poi il blackout, anche inevitabile. Magari non condivisibile quella del post partita, anche se comprensibile umanamente seppur sbagliato. Inevitabile quella immediata dopo il fischio di Oliver, giusto o sbagliato che sia: se ne parla ancora e ci si divide in Italia, Spagna, tutta Europa, figuriamoci in quei secondi di pura e sola adrenalina. Ingiusta conclusione per quello visto durante la partita al Santiago Bernabeu, ingenerosa conclusione per quanto dimostrato in 25 anni di carriera. A testa bassa è uscito da San Siro dopo la clamorosa mancata qualificazione Mondiale con l'Italia, a testa alta è uscito dal Bernabeu. Con ancor più orgoglio, con ancora più rabbia. Tipica di chi non sta finendo come avrebbe voluto, ma che nel bene e nel male chiude a modo suo. Senza filtri, tanto forse non servono più.
@NicolaBalice