
L'ultima follia, Pruzzo elogia Lulic e i tifosi romanisti lo rinnegano. Come gli juventini con Conte
Pruzzo ha giocato dieci anni nella Roma, ha vinto cinque trofei (uno scudetto e quattro coppe Italia), ha giocato l’unica finale di Coppa dei Campioni nella storia giallorossa (realizzando la doppietta decisiva in semifinale e la rete che ha portato il grande Liverpool ai rigori), ha segnato 138 gol. Dopo la vittoria della Lazio nella Supercoppa italiana, parlando a Radio Radio della grande partita di Lulic contro la Juve, ha detto: “E’ diventato il mio mito, E’ un operaio, ogni tanto va fuori giri, ma dimostra quanto possano essere utili questi calciatori in un contesto di alto livello. Quando hai una manovalanza così, ogni situazione si può risolvere. Ha 33 anni ma è ancora uno bello tosto, con giocatori così vai lontano”.
Un’osservazione da uomo di calcio, assolutamente condivisibile, che voleva trasmettere l’ammirazione per un calciatore che non è un fenomeno ma riesce comunque a essere utilissimo anche in contesti prestigiosi. Solo che Lulic è il capitano della Lazio e - soprattutto - è l’uomo che il 26 maggio 2013 ha segnato il gol della vittoria nella storica finale di Coppa Italia contro la Roma.
Apriti cielo. Alcuni tifosi della Roma lo hanno coperto di insulti, altri hanno addirittura chiesto che venisse tolto dalla Hall of fame giallorossa. Pruzzo, colpito nella sua sensibilità, non ha dormito per tre notti. E ha dovuto perfino chiedere scusa, come se avesse chissà quale colpa: “Mi dispiace se qualcuno si è sentito offeso, ma era una battuta: mi fa sorridere che, con il pluripallone d’oro Ronaldo in campo, diventi decisivo un calciatore come Lulic”, ha dichiarato al Messaggero. “Mi sono rovinato il Capodanno, mia figlia prova a tirarmi su ma è dura”.
Rimane la sgradevolissima sensazione di come un commento (peraltro giusto, ma anche se non lo fosse sarebbe lo stesso) per tanta gente possa cancellare dieci anni di storia. Non per tutti, però. Almeno quello.
@steagresti