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L'orgoglio italiano batte Covid e Uefa: da Roma a Londra, è stato l'Europeo dei tifosi azzurri
Gli Europei che si sono appena conclusi sono stati i nostri, degli italiani. Da Roma a Londra, passando per Monaco di Baviera, i supporters azzurri ci sono sempre stati e non hanno mai fatto mancare il loro sostegno. Certo, l'approccio contro la Turchia non è stato dei migliori, il popolo di Roma ci ha messo un po' a scaldarsi, spaesato dal ritorno allo stadio dopo un anno di partite davanti alla tv, ma contro Svizzera e Galles ha fatto sentire forte la sua voce. All'Olimpico come in Piazza del Popolo, che ha ospitato la Fan Zone più grande d'Europa, nelle case come nelle piazze, la passione è cresciuta con il passare dei giorni, è diventata travolgente quando si è capito che la squadra di Mancini sarebbe potuta arrivare fino in fondo.
Quando la Nazionale è volata in Germania e in Inghilterra sono stati gli italiani emigrati a prenderla per mano. Anche per un riscatto sociale. A Wembley, per gli ottavi contro l'Austria e la semifinale contro la Spagna, sembrava di giocare in casa, stesso discorso per Monaco di Baviera. Nonostante una normalità ancora lontana, nonostante le difficoltà legate alla pandemia Covid-19, tra biglietti limitati, registrazioni e tamponi. Solo contro l'Inghilterra, nell'ultimo atto, gli italiani sono stati numericamente inferiori. Colpa della Uefa, che prima ha confermato la final four a Londra, in un Paese nel quale obbliga qualsiasi persona proveniente da uno stato non UK a fare una quarantena di 10 giorni, poi ha ridotto i tagliandi a disposizione del popolo azzurro. Domenica lo stadio era quasi tutto di casa, ma il settore ospiti ha lottato come un leone. Sapeva che c'era da tifare gli Azzurri e rappresentare milioni di italiani nel mondo. Un popolo che vive di calcio. Che per passione e orgoglio non siamo secondi a nessuno.