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    L’Italia sbatte contro l’ex portiere della Lupa Roma, Mancini vince ancora una partita sporca con i cambi

    L’Italia sbatte contro l’ex portiere della Lupa Roma, Mancini vince ancora una partita sporca con i cambi

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Prima la storia, poi la cronaca. Se l’Italia - anziché 2-0 - non ha vinto in Lituania sei o sette a zero il merito è di Tomas Svedkauskas, un portiere che faceva la riserva alla Lupa Roma, in serie C, scoperto e messo in campo da Carmelo Roselli, uno dei migliori allenatori dei portieri italiani, che lo ricorda anche come un bravissimo ragazzo. Tomas ha poi fatto la sua strada guadagnandosi il posto in Nazionale e ieri sera ha messo in mostra tutto il suo talento. Diceva Alberto Rimedio, il telecronista Rai, che gli informatori azzurri avevano avvisato Mancini della debolezza di Tomas sui tiri da lontano. Può darsi, perché il tiro di Sensi sul primo gol, quello che ha indirizzato la partita, non era esattamente irresistibile, ma Svedkauskas ha fatto almeno sei parate decisive che hanno procrastinato il raddoppio dell’Italia, non a caso arrivato su calcio di rigore di Immobile al 94’.

    L’Italia, dunque, fa tre su tre, va in testa al girone a punteggio pieno anche se non propriamente in fuga (la Svizzera ha una partita in meno), anche se si consola nel confronto a distanza con gli elvetici. Loro, in casa, contro la LItuania hanno vinto solo 1-0, mentre gli azzurri hanno sbancato Vilnius con due reti e un secondo tempo di quasi assoluto dominio. Scrivo quasi assoluto perché, a meno di venti minuti dalla fine, Eliosius, entrato da pochissimo, ha avuto sul piede il pallone del pareggio, ma Donnarumma, con una zampata felina, gliel’ha impedito. Sarebbe stata una beffa, ma purtroppo quando non si chiudono le partite il rischio di subire il pareggio, anche solo per un tiro in porta, è sempre presente.

    Tanto per chiarire l’Italia non ha fatto bene. Sia perché era alla terza gara in una settimana, sia perché il turnover cui l’ha sottoposta il c.t. Roberto Mancini è stato massiccio e, quindi, i meccanismi del 4-3-3 potevano essere tutt’altro che consolidati. Con Donnarumma in porta, Toloi ha fatto l’esterno a destra (chissà cosa dirà Pirlo che, ad una mia domanda su Dragusin, mi rispose che non poteva giocare esterno perché era un centrale, esattamente come lo è Toloi), Mancini e Bastoni i centrali, Emerson Palmieri l’esterno di sinistra. Pessina, Locatelli e Pellegrini erano i centrocampisti, Bernardeschi, Immobile ed El Shaarawy le tre punte. Il faraone è stato pessimo sia a sinistra, da dove è partito, sia a destra, dove ha chiuso il primo tempo. Tra l’altro, si è divorato (39’), un gol facile facile a tre metri dalla porta depositando la palla tra le braccia di Svedkauskas.

    L’Italia, lenta e compassata, ha provato con i tiri da lontano, ma sul più pericoloso, di Emerson (41’), Tomas, l’ex Lupa Roma, è volato a deviare. Mancini era visibilmente insoddisfatto. Lui, a fine gara, se l’è presa con il campo (in sintetico, spelacchiato un po’ ovunque e, per di più, nemmeno bagnato), ma in realtà ce l’aveva con tutta la squadra incapace di movimenti senza palla, poco precisa nei passaggi, impacciata nei dribbling e, sarà stata un’impressione, priva di qualsiasi idea di gioco. Insomma, un mezzo disastro. Peggio, tanto per capirci, del secondo tempo contro l’Irlanda del Nord e del primo in Bulgaria.

    Così, all’intervallo, El Shaarawy ha lasciato il posto a Chiesa e Pellegrini (ammonito) è stato sostituito da Sensi. Forse non sarà stato solo per i cambi, ma l’Italia è partita a razzo e, in poco più di venti minuti, ha avuto un maggior numero di occasioni che nei precedenti 47’. Intanto il gol di Sensi, con un tiro dal limite, dopo appena 120 secondi. Svedkauskas era riuscito a respingere il tiro di Chiesa (diagonale al volo), ma è apparso incentro sulla conclusione dell’interista. Da lì in avanti l’Italia, secondo logica, ha preso a pallate la Lituania trovando un portiere pronto a parare o a respingere tutto. In sequenza: Pessina al 50’, respinta, Immobile, parata. 54’ cross di destro di Bernardeschi, volée da dentro l’area di Locatelli e grande volo di Svedkauskas, 63’ Immobile, azionato da un retro passaggio lituano, si fa deviare il tiro. Poi 80’ Sensi a Immobile, tiro centrale e parata da due passi. 84’ Bernardeschi per Locatelli al limite dell’area del portiere e ancora parata di Svedkauskas.

    In mezzo, oltre all’ingresso di Spinazzola per Emerson, che ha messo l’Italia nelle condizioni di giocare con soli tre difensori, due occasioni (una di piede e l’altra di testa) sprecate da Immobile. Insomma, per una ragione o per l’altra, gli azzurri si arrovellavano intorno ad un incongruo 0-0 quando su percussione di Chiesa, la palla, in uscita dall’area, è stata controllata da Barella messo giù da Kazlauskas e l’arbitro polacco Razkowski ha assegnato il rigore. Immobile, capitano di serata, ha riscattato la sua grama partita con la trasformazione, ma - conscio dei molti gol falliti - ha rinunciato a esultare. Invece no, avrebbe dovuto farlo. Pur dovendo migliorare, e molto, vincere le partite sporche ha sempre un’importanza capitale


    :(actionzone)


    IL TABELLINO

    Lituania-Italia 0-2


    Marcatori: 47′ Sensi, 92′ Immobile rig.

    Lituania (4-5-1): Svedkauskas; Girdvainis, Beneta, Valtkunas, Mikoliunas (76′ Gaspuitis); Novikovas, Dapkus, Simkus (86′ Petravicius), Slivka, Sirgedas (58′ Eliosius); Cernych (75′ Kazlauskas). 
    A disp. R. Baravykas, J. Lasickas, N. Valskis, K. Silkaitis, D, Romanovskij, K. Laukzemis, I. Driomovas, M. Adamonis. 
    All. Urbonas

    Italia (4-3-3): Donnarumma; Toloi, Mancini, Bastoni (86′ Acerbi), Emerson (56′ Spinazzola); Pellegrini (45′ Sensi), Locatelli, Pessina (61′ Barella); Bernardeschi, Immobile, El Shaarawy (45′ Chiesa).
    A disposizione: Meret, Sirigu, Bonucci, Di Lorenzo, Lazzari, Insigne, Chiesa, Belotti. 
    All. Mancini.

    Arbitro: Raczkowski
    Ammoniti: Pellegrini, Simkus, Pessina, Locatelli, Vaitkunas, Kazlauskas
     
     

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